La pace di Villafranca e la spedizione dei Mille
La pace di Villafranca (11 luglio 1859) stabilì che l'Austria cedesse la Lombardia a Napoleone III, che l'avrebbe consegnata a Vittorio Emanuele II. Prevedeva inoltre il ritorno all'assolutismo monarchico in Toscana, Bologna e Romagna e la formazione di una confederazione italiana che includesse anche il Veneto.
Cavour, considerando tutto ciò un tradimento da parte di Napoleone III, si dimise. Tornò però presto al potere e, forte dell'appoggio inglese che contrastava l'espansione francese, convinse Napoleone III a permettere l'annessione dell'Emilia e della Toscana al Piemonte.
Nel frattempo, Garibaldi, nato a Nizza nel 1807 e membro della "Giovine Italia", decise di organizzare una spedizione in Sicilia. Cavour permise questa iniziativa mantenendo una posizione ambigua: se la spedizione fosse fallita, avrebbe negato ogni coinvolgimento.
Si crearono così due correnti politiche: il partito moderato (sostenitori di Cavour) e il partito d'azione (favorevole a Garibaldi), che pur con strategie diverse puntavano all'unificazione nazionale.
Non dimenticare: Garibaldi ricevette incoraggiamenti segreti da Vittorio Emanuele II per la spedizione, mostrando come dietro le quinte esistesse una collaborazione tra le diverse anime del Risorgimento.