Contesto storico
All'inizio del '900, la Russia era un grande paese con molte nazionalità, dominato dallo Zar. Non c'era libertà di parola, stampa e associazione.
Menscevichi e Bolscevichi
I Menscevichi volevano cambiare la Russia con nuove leggi, ma la situazione economica era poco sviluppata e le campagne arretrate erano di proprietà dei nobili, con contadini poveri e meno raccolti agricoli a causa della guerra.
I Bolscevichi, invece, volevano cambiare la Russia attraverso la rivoluzione, nonostante ci fossero poche industrie e operai poveri.
La Prima Guerra Mondiale e la Rivoluzione Russa
Durante la Prima Guerra Mondiale (1914-1918), l'esercito russo subì sconfitte e la popolazione subì migliaia di morti. Le proteste di operai e soldati per il pane e la libertà culminarono con la presa del potere da parte dei Bolscevichi con la Rivoluzione d'Ottobre del 1917, che portò all'abdicazione dello Zar Nicola II e all'uscita della Russia dalla guerra mondiale.
Guerra Civile
La situazione post-rivoluzione portò alla Guerra Civile in Russia, caratterizzata dalla lotta tra l'Armata Rossa di Lenin e i russi che combattevano per lo Zar.
La Russia di Lenin e la nascita dell'URSS
Lenin prese il potere, trasformando la Russia in una repubblica e aumentando il potere dei Soviet, gruppi di operai e contadini scelti per prendere le decisioni. Con la vittoria della Guerra Civile, Lenin diede vita all'URSS nel 1922, l'Unione delle Repubbliche Sovietiche, con unico partito bolscevico e limitazione delle libertà.
Dopo la morte di Lenin nel 1924, Stalin prese il potere e divenne un dittatore fino al 1953. Utilizzò la propaganda attraverso l'arte, il cinema e la letteratura, e fece largo uso della violenza e di una efficiente polizia segreta. I dissidenti politici venivano inviati nei Gulag, campi di concentramento sovietici.
In conclusione, la Rivoluzione Russa del 1905 e 1917 portò a un cambio radicale della Russia, trasformandola in uno stato totalitario con un unico partito al potere e limitate libertà individuali.