L'Italia Antifascista: Resistenza e Repressione
Non tutti gli italiani si piegarono al fascismo, ma opporsi significava rischiare la vita. Chi manifestava dissenso veniva condannato dal Tribunale Speciale al carcere o al confino, cioè l'isolamento in luoghi remoti del Sud Italia.
Gli antifascisti liberali come Benedetto Croce, Giolitti e Nitti inizialmente avevano sottovalutato il pericolo fascista. L'opposizione di Croce fu soprattutto intellettuale, mentre Giovanni Amendola e Piero Gobetti pagarono con la vita la loro resistenza.
Il movimento Giustizia e Libertà, fondato a Parigi da Gaetano Salvemini e dai fratelli Rosselli, organizzò la resistenza dall'estero. Nel 1942 una parte dei suoi membri fondò il Partito d'Azione.
Tra gli antifascisti cattolici spiccano Don Sturzo e Alcide De Gasperi. I socialisti avevano Sandro Pertini, mentre tra i comunisti Antonio Gramsci scrisse i famosi "Quaderni dal carcere" prima di morire in prigionia nel 1937.
Molti oppositori trascorsero gli anni del regime in esilio, da dove cercavano di sensibilizzare l'opinione pubblica europea. Purtroppo, senza una rete clandestina efficace in Italia, non riuscirono a contrastare la propaganda fascista.
💪 Messaggio importante: Anche nei periodi più bui della storia, ci sono sempre persone coraggiose che scelgono di resistere all'ingiustizia, spesso pagando un prezzo altissimo.