La protesta nazionalista e l'impresa di Fiume
Non erano solo operai e contadini a protestare. Anche reduci e nazionalisti erano furiosi per quella che Gabriele D'Annunzio chiamò la "vittoria mutilata".
L'Italia aveva ottenuto Trentino, Trieste e Alto Adige, ma molti volevano di più. C'erano due problemi principali: l'Istria e la Dalmazia (promesse dal Patto di Londra ma rivendicate dal nuovo Regno di Serbi, Croati e Sloveni) e Fiume (mai promessa all'Italia ma popolata in maggioranza da italiani).
Alle trattative di Parigi, Orlando e Sonnino presentano entrambe le richieste ma ottengono solo di irritare tutti, specialmente il presidente americano Wilson. Per protesta abbandonano la conferenza, e l'Italia perde voce in capitolo su tutto il resto.
Il 12 settembre 1919 D'Annunzio occupa Fiume con un gruppo di militari, dichiarandola italiana. Il governo reagisce debolmente, mostrando la sua fragilità. Solo nel 1920, con il trattato di Rapallo, si trova un compromesso: Istria all'Italia, Dalmazia agli Slavi, Fiume città-stato indipendente. Giolitti deve usare la forza per cacciare D'Annunzio, ma il danno è fatto.
💡 Attenzione: L'impresa fiumana dimostra quanto fosse facile sfidare impunemente lo Stato italiano.