Immagina di vivere in un'epoca in cui tutto sta cambiando velocemente: le città crescono a dismisura, arrivano nuove tecnologie e milioni di persone si spostano dalle campagne verso le fabbriche. Questo è esattamente quello che succede tra la fine dell'Ottocento e l'inizio del Novecento con la nascita della società di massa.

La seconda rivoluzione industriale è il motore di questa trasformazione. L'acciaio sostituisce il ferro, mentre petrolio ed elettricità diventano le nuove fonti di energia. Nasce l'industria automobilistica e aeronautica grazie al motore a scoppio alimentato dalla benzina.

Le industrie crescono enormemente e si organizzano in modo più efficiente. Lo Stato inizia a sostenere attivamente i grandi gruppi industriali, mentre si formano le prime concentrazioni industriali - una sorta di alleanza tra aziende per dominare il mercato.

💡 Ricorda: La società di massa non è solo un fenomeno economico, ma porta con sé anche aspetti negativi come il conformismo e l'indebolimento dei legami familiari tradizionali.

Le opportunità di lavoro nelle fabbriche attirano masse di contadini verso le città, creando una vera e propria rivoluzione demografica. Gli uomini diventano operai, mentre le donne trovano lavoro come domestiche presso le famiglie borghesi più ricche.

Le città si trasformano completamente: nascono acquedotti, fognature, metropolitane e nuovi sistemi viari. Parigi costruisce la famosa Torre Eiffel e iniziano i primi studi di architettura urbana nelle università.

La popolazione cresce grazie al miglioramento delle condizioni igieniche e ai progressi della medicina, che portano alla scoperta dell'aspirina e dei primi antibiotici. Allo stesso tempo, si diffondono i metodi contraccettivi e diminuisce il tasso di natalità.

Nasce e si sviluppa il ceto medio, caratterizzato da valori come l'individualismo, il merito e la difesa della proprietà privata. Questo nuovo gruppo sociale vuole distinguersi dal proletariato urbano e ha più soldi da spendere, ampliando così il mercato dei consumi.

💡 Da sapere: L'aumento dei salari porta alla nascita dei primi grandi magazzini e allo sviluppo dell'industria dell'abbigliamento e dell'alimentazione.

Frederick Taylor rivoluziona il mondo del lavoro cercando scientificamente il modo migliore ("one best way") per svolgere ogni operazione in fabbrica. Calcola i tempi necessari per ogni singola azione e teorizza la figura del "manager" moderno.

Henry Ford mette in pratica queste idee introducendo nel 1913 la catena di montaggio nelle sue fabbriche automobilistiche. Ogni operaio ha una sola mansione mentre un nastro trasporta i pezzi da assemblare. Nasce così la Ford Model T, la prima auto prodotta in serie.

L'istruzione elementare diventa gratuita e obbligatoria, aumentando l'alfabetizzazione. Nascono potenti strumenti di comunicazione: la radio grazie a Marconi e il cinema grazie ai fratelli Lumière, che nel 1895 inventano il proiettore cinematografico.

Si sviluppa anche il fenomeno della pubblicità con manifesti e slogan per promuovere i prodotti e stimolare i consumi. Questo periodo viene chiamato Belle Époque per il clima di spensieratezza e fiducia nel progresso che caratterizza gli anni tra il 1890 e il 1914.

💡 Attenzione: L'idea della Belle Époque è in parte idealizzata - la realtà era più complessa e piena di contraddizioni sociali.

L'allargamento del suffragio universale maschile trasforma completamente la politica. Francia (1848), Germania (1871), Italia (1912) e infine Gran Bretagna (1918) estendono il diritto di voto a tutti i cittadini maschi maggiorenni.

Le donne devono lottare più duramente per i loro diritti. La Finlandia è il primo paese a concedere il suffragio universale nel 1906. In altri paesi, le suffragette guidate da Emmeline Pankhurst si battono con determinazione per ottenere il diritto di voto.

Nascono i partiti politici di massa che sostituiscono i vecchi "partiti di notabili" liberali. Questi nuovi partiti hanno una struttura organizzativa stabile, risorse per la propaganda, organi di stampa e leader carismatici.

I movimenti operai si organizzano in sindacati che si uniscono in grandi organismi nazionali. Ottengono successi importanti: assicurazioni sugli infortuni, previdenza per la vecchiaia, sussidi per i disoccupati e contrattazione collettiva.

💡 Fondamentale: All'interno del socialismo nascono due anime: i riformisti (che vogliono cambiamenti graduali) e i rivoluzionari o massimalisti (che vogliono rovesciare il sistema).

I partiti socialisti si sviluppano in tutta Europa con caratteristiche diverse. In Francia nasce la Sezione francese dell'Internazionale operaia, in Italia il Partito Socialista Italiano con Andrea Costa, in Russia si dividono tra bolscevichi (rivoluzionari) e menscevichi (moderati).

Nel 1889 si fonda a Parigi la Seconda Internazionale per coordinare le attività socialiste europee, guidata dal partito tedesco. Inizialmente prevale la linea di Karl Kautsky, che prevede due fasi: prima riforme parlamentari, poi rivoluzione socialista.

Eduard Bernstein propone invece il "revisionismo" del pensiero marxista: abbandonare la rivoluzione e collaborare con i partiti liberali all'interno del sistema democratico. L'Internazionale abbraccia anche il pacifismo, condannando ogni forma di conflitto.

Georges Sorel sviluppa il sindacalismo rivoluzionario: i movimenti operai dovrebbero rendersi indipendenti dai partiti socialisti e agire autonomamente attraverso la violenza e lo sciopero generale. Per Sorel, lo sciopero generale diventa un "mito" capace di fornire l'energia emotiva necessaria alla rivoluzione.

💡 Da ricordare: Le divisioni tra riformisti e rivoluzionari caratterizzeranno tutto il movimento socialista del Novecento.

Il nazionalismo di fine Ottocento è molto diverso dal sentimento nazionale romantico. Non è più amore inclusivo per la patria, ma convinzione della superiorità morale, culturale o razziale della propria nazione sulle altre.

Il nazionalismo diventa il fondamento ideologico dell'imperialismo e del militarismo. Gli Stati investono massicciamente negli armamenti, facendo crescere l'industria pesante e creando un clima di tensione internazionale.

Nascono movimenti specifici come il pangermanesimo (unire tutti i popoli tedeschi) e il panslavismo (unire tutti i popoli slavi). Questi movimenti useranno le teorie razziste per legittimare le loro aspirazioni di dominio.

Si consolida l'antisemitismo moderno: gli ebrei non vengono più discriminati solo per motivi religiosi, ma considerati una "razza" biologicamente inferiore con caratteristiche negative ereditarie. Come reazione nasce il movimento sionista di Theodor Herzl (1897), che vuole creare uno Stato ebraico in Palestina.

💡 Cruciale: L'antisemitismo moderno è diverso da quello medievale perché si basa su presunte caratteristiche biologiche, non solo religiose.

La Chiesa cattolica si trova in difficoltà di fronte al successo del socialismo nell'organizzare le masse lavoratrici. Papa Leone XIII pubblica nel 1891 l'enciclica "Rerum Novarum", che critica sia l'egoismo capitalista che i principi socialisti, proponendo invece la collaborazione tra le classi.

All'interno della Chiesa nascono correnti più radicali come il modernismo. In Italia, il sacerdote Romolo Murri fonda il movimento democratico-cristiano, sostenendo che la Chiesa deve combattere attivamente le ingiustizie sociali.

Nascono i sindacati cattolici, le "leghe bianche del lavoro", che si schierano a favore delle lotte operaie. Questa posizione troppo avanzata porta alla scomunica di Murri nel 1909 da parte di Papa Pio X.

Papa Pio X, con l'enciclica "Pascendi dominici gregis", condanna ufficialmente il modernismo. Il movimento democratico-cristiano viene posto sotto il controllo diretto della gerarchia ecclesiastica, perdendo la sua autonomia.

💡 Importante: Il conflitto tra modernisti e tradizionalisti nella Chiesa rispecchia le tensioni più ampie della società di massa.

Non tutti vedono positivamente i cambiamenti della società di massa. Gustave Le Bon, psicologo francese, nell'opera "Psicologia delle folle" analizza come le masse perdano la capacità critica individuale e diventino impulsive, facilmente manipolabili da leader carismatici.

José Ortega y Gasset, filosofo spagnolo, scrive "La ribellione delle masse" concentrandosi sugli aspetti qualitativi. Critica l'arroganza delle masse, la loro ricerca esclusiva del benessere materiale e la mancanza di dialogo, che favorisce l'emergere di dittatori "semplificatori".

I teorici dell'élite come Gaetano Mosca e Vilfredo Pareto sviluppano analisi più sistematiche. Mosca sostiene che il potere è sempre detenuto da una minoranza organizzata (la "classe politica"), rendendo la democrazia un'illusione.

Pareto introduce il termine "élite" e teorizza la necessità della "circolazione delle élite": le minoranze al potere devono rinnovarsi perché gli interessi della società cambiano nel tempo.

💡 Riflessione: Queste critiche anticipano molti problemi che si manifesteranno nel Novecento con l'ascesa dei totalitarismi.

La seconda metà dell'Ottocento era dominata dal positivismo: fiducia nella ragione, nel metodo scientifico e nel progresso continuo. Tra fine Ottocento e inizio Novecento, nuove scoperte e studi filosofici mettono in crisi questi presupposti.

Friedrich Nietzsche afferma che la ragione non può conoscere oggettivamente la realtà, che non ha un ordine preciso. Esalta una condizione umana libera dai legami della morale tradizionale e introduce l'idea del "superuomo": un individuo capace di rifiutare le false verità e vivere affermando continuamente la propria volontà.

Sigmund Freud sviluppa la psicoanalisi con "L'interpretazione dei sogni" (1899). Dimostra che la parte preponderante della psiche è costituita dall'inconscio, una zona non accessibile alla coscienza dove si trovano contenuti moralmente inaccettabili che riemergono nei sintomi e nei sogni.

Anche letteratura e arte cambiano radicalmente. Marcel Proust con "Alla ricerca del tempo perduto" dimostra che l'arte è fatta di sensazioni e interiorità. Nascono la pittura astrattista (Paul Klee) e l'espressionismo tedesco ("Die Brücke"), che vogliono rappresentare l'essenza interiore piuttosto che la realtà esterna.

💡 Svolta epocale: Il primato della ragione e dell'oggettività viene sostituito dall'interesse per l'inconscio, l'irrazionale e la soggettività.

Anche la scienza vive una rivoluzione che mette in crisi il determinismo positivista. Max Planck formula la teoria quantistica della materia: l'energia viene emessa in modo discontinuo, in quantità distinte chiamate "quanti". Non esiste più un rapporto diretto causa-effetto, ma solo spiegazioni probabilistiche.

Albert Einstein sviluppa la teoria della relatività, dimostrando che spazio e tempo non sono assoluti e indipendenti, ma connessi tra loro. La loro misurazione è relativa e dipende dallo stato di moto dell'osservatore.

Marie e Pierre Curie approfondiscono le ricerche di Henri Becquerel sulla radioattività. Scoprono che oltre all'uranio, anche polonio e radio hanno la capacità di emettere energia spontaneamente.

Queste scoperte hanno applicazioni pratiche immediate: la radioattività viene usata in campo medico durante la Prima Guerra Mondiale, soprattutto con i raggi X per diagnosticare ferite e fratture sui campi di battaglia.

💡 Conseguenze: Queste rivoluzioni scientifiche cambiano per sempre la nostra percezione della realtà, preparando il terreno per le scoperte del XX secolo.