Il mito di Parigi nella letteratura
Parigi diventa protagonista letteraria nel XIX secolo. L'Île de la Cité è la culla della città, con Notre-Dame e il punto zero delle distanze francesi. Da qui Parigi cresce e sviluppa il suo "mito" che ispira gli artisti.
Balzac è il primo a descrivere gli aspetti più umili del paesaggio parisiano, i contrasti che caratterizzano la vita nella capitale. Trova ispirazione nella città e nei suoi personaggi.
Baudelaire osserva Parigi dalla sua mansarda, evocando tetti e campanili. Usa l'immagine della gargouille della Stryge per descrivere questa posizione di osservatore in alto, affascinato da nebbie, luci e paesaggi urbani che gli evocano l'eternità.
Il prefetto Haussmann costruisce grandi arterie rettilinee per sostituire i vicoli insalubri, cambiamento che Baudelaire rimpiange. Ma questi mutamenti portano anche spazi verdi e viste migliori sui monumenti.
Montmartre diventa rifugio di artisti come Renoir, Van Gogh, Picasso negli anni 1800-1900, prima che preferiscano Montparnasse. L'attrazione di Parigi non deriva solo dai luoghi frequentati dalle celebrità, ma dalle atmosfere particolari catturate da fotografi e scrittori come Simenon col commissario Maigret.