L'impero di Alessandro Magno
Alessandro, figlio di Filippo, salì al trono a soli vent'anni ma già dotato di notevole esperienza politica e militare. Dopo aver sedato una ribellione tebana con estrema durezza, nel 334 a.C. iniziò la sua spedizione contro l'impero persiano che si sarebbe trasformata in un'epica conquista.
Le vittorie si susseguirono rapidamente: sconfisse i Persiani sul fiume Granico (334 a.C.) e a Isso (333 a.C.), costringendo alla fuga l'imperatore Dario III. Conquistò poi la Fenicia, l'Egitto (dove fondò Alessandria e fu riconosciuto come faraone divino) e inflisse la sconfitta decisiva ai Persiani a Gaugamela (331 a.C.), permettendogli di entrare trionfante a Babilonia e Persepoli.
Alessandro non si fermò alla conquista: tentò di creare un impero universale fondendo culture diverse. Promosse matrimoni misti tra Macedoni e Persiani (lui stesso sposò la principessa Roxane), adottò costumi orientali e richiese onori divini. Questa politica di integrazione, tuttavia, alienò molti dei suoi generali macedoni che disapprovavano l'abbandono delle tradizioni greche.
💡 L'impresa di Alessandro dimostra come le grandi trasformazioni storiche possano nascere dalla visione di singoli individui che sanno andare oltre i confini del proprio tempo.
Sempre alla ricerca di nuove terre, Alessandro spinse il suo esercito fino in India, dove sconfisse il re Poro (326 a.C.). Solo l'ammutinamento delle truppe, stanche dopo anni di campagne, lo costrinse a tornare indietro. Il suo immenso sogno si interruppe bruscamente a Babilonia, dove morì il 13 giugno del 323 a.C., a soli 33 anni, probabilmente di malaria.