Nuovi culti religiosi e l'ascesa di Diocleziano
La crisi del III secolo generò profonda inquietudine spirituale tra la popolazione. Mentre la religione cristiana subiva persecuzioni, molti si rivolgevano ai culti misterici dedicati a divinità come Iside, Dionisio e Mitra. Questo portò a Roma al sincretismo religioso, un tentativo di conciliare la religione tradizionale con i nuovi culti orientali.
In questo contesto emerse anche il neoplatonismo, movimento filosofico fondato da Plotino che, ispirandosi a Platone, rappresentava il mondo reale come una copia sbiadita del mondo delle idee. Questa dottrina invitava ad allontanarsi dai problemi materiali per ricongiungersi allo spirito, mostrando punti di contatto con il cristianesimo.
Nel 284, dopo il lungo periodo di anarchia militare, salì al trono Diocleziano, che avrebbe garantito stabilità all'Impero. Di umili origini ma con una brillante carriera nell'esercito, attuò riforme organiche che toccarono ogni aspetto della vita imperiale.
🔄 Per porre fine alle lotte di potere, Diocleziano trasformò il sistema in una monarchia assoluta, indebolendo il senato e proclamandosi addirittura "figlio di Giove".
La sua prima innovazione significativa fu la divisione dell'Impero in due zone: quella orientale governata da lui e quella occidentale affidata a Massimiano. Questa divisione, a differenza di quelle precedenti, non nasceva da debolezza ma dalla necessità di controllare meglio i vasti territori.