Verso l'unità: guerre e spedizioni
La Seconda Guerra d'Indipendenza scoppia il 27 aprile 1859 dopo le provocazioni di Cavour all'Austria. Vittorio Emanuele II parla al Parlamento del "grido di dolore" che arriva da tutta Italia, mentre volontari lombardo-veneti si arruolano sotto bandiera sarda.
L'Austria abbocca e dichiara guerra. I piemontesi resistono demolendo ponti e allagando risaie, finché arrivano le truppe di Napoleone III. Le vittorie di Montebello, Solferino e San Martino sono decisive ma sanguinosissime. Tanto che l'imperatore francese, spaventato, firma l'armistizio di Villafranca con l'Austria senza avvertire l'alleato piemontese. Risultato: la Lombardia passa al Piemonte, ma il Veneto resta austriaco.
L'impresa più spettacolare è la Spedizione dei Mille (maggio 1860). Giuseppe Garibaldi parte da Quarto con 1.088 volontari (e una donna, Rose Montmasson) per liberare il Regno delle Due Sicilie. Vittorie a Calatafimi, Palermo e Milazzo aprono la strada verso Napoli, dove Garibaldi è accolto come un liberatore.
Purtroppo i contadini che speravano nella redistribuzione delle terre rimangono delusi - anzi, sono proprio i garibaldini a reprimere le rivolte rurali. Vittorio Emanuele II e Cavour intervengono per fermare l'avanzata verso Roma, che rischierebbe reazioni europee.
Il momento decisivo: L'incontro di Teano del 26 ottobre 1860, dove Garibaldi consegna i territori conquistati a Vittorio Emanuele II, causando incredibile delusione nei cittadini del Sud.
Il 17 marzo 1861 il parlamento di Torino proclama Vittorio Emanuele II re d'Italia. Il sovrano conserva nome e numerale (pur essendo il primo re d'Italia) per onorare la dinastia sabauda e rassicurare i piemontesi. L'unificazione è sostanzialmente compiuta, anche se mancano ancora Veneto, Lazio e Roma.