1860: l'anno dell'unità
Tornato al governo nel gennaio 1860, Cavour risolve lo stallo organizzando plebisciti: Toscana, Parma, Modena ed Emilia si annettono al Piemonte, mentre Nizza e Savoia vanno alla Francia (cosa che fa infuriare Garibaldi, nizzardo). Nella primavera 1860 l'Italia è divisa in tre: Regno di Sardegna al nord, Stato Pontificio al centro, Regno delle Due Sicilie al sud.
In Sicilia scoppia una nuova rivolta separatista. Francesco Crispi e Rosolino Pilo chiamano Garibaldi, che il 5 maggio 1860 salpa da Quarto con poco più di 1000 volontari democratici. È la leggendaria Spedizione dei Mille.
L'impresa sembra folle, ma funziona: sbarco a Marsala (11 maggio), proclama di Salemi dove Garibaldi assume la dittatura "in nome di Vittorio Emanuele II re d'Italia", vittoria di Calatafimi (15 maggio), conquista di tutta la Sicilia con la vittoria di Milazzo (20 luglio).
Cavour è preoccupato dal carattere mazziniano dell'impresa e cerca di controllarla, ma Garibaldi espelle i suoi emissari come "spie". Il 19 agosto Garibaldi sbarca in Calabria, il 7 settembre entra a Napoli da trionfatore.
Momento decisivo: Temendo una deriva repubblicana, Cavour organizza un corpo di spedizione che occupa Marche e Umbria, puntando verso la Campania per fermare Garibaldi!
Il 27 ottobre a Teano avviene l'incontro storico: Garibaldi consegna il potere conquistato a Vittorio Emanuele II. I plebisciti sanciscono l'annessione di tutto il Centro-Sud. Il 17 marzo 1861 Vittorio Emanuele II diventa Re d'Italia, mantenendo nome e numerazione per sottolineare la continuità sabauda.