Totalitarismo imperfetto e politica estera
Secondo Hannah Arendt, il totalitarismo richiede media per controllo capillare, masse informi di seguaci e puntare su persone apolitiche. Il fascismo è un totalitarismo imperfetto perché convivono due strutture: lo Stato monarchico (che prevale) e il partito (limitato dalla Chiesa radicata nel territorio).
La politica estera di Mussolini attraversa tre fasi. Inizialmente è cauta: mantiene amicizia con Francia e Inghilterra, partecipa a tutti i patti europei inclusi i Patti Bryston-Kelow del 1928 contro la guerra, ottenendo plauso di Churchill.
Poi diventa oscillante: riconsidera il trattato di Versailles come iniquo verso Germania e Bulgaria, fa patti con l'Unione Sovietica. Nel 1934 condanna Hitler per l'Austria, mettendo 4 divisioni al Brennero e facendolo recedere.
Infine si fa aggressiva: nel 1935 invade l'Etiopia senza dichiarazione di guerra, usando gas tossici vietati. Nel 1936 conquista Addis Abeba e il re Selassié fugge, ma inizia una guerriglia che i fascisti non riescono a sconfiggere.
Mussolini pensava di avere consenso di Francia e Inghilterra, ma la Società delle Nazioni condanna l'Italia come aggressore, iniziando l'isolamento internazionale che porterà all'alleanza con Hitler.
Punto di svolta: L'aggressione all'Etiopia segna l'inizio dell'isolamento internazionale e del progressivo avvicinamento alla Germania nazista.