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20/2/2023

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L'Italia tra le due guerre:
IL FASCISMO
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Dopo la conferenza di versailles del 1919 il Patto di Londra, secondo
cui l'Italia avrebbe dovuto

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L'Italia tra le due guerre: IL FASCISMO → Dopo la conferenza di versailles del 1919 il Patto di Londra, secondo cui l'Italia avrebbe dovuto Ottenere la DAIMAZIA, non venne rispettato. L'Italia, inoltre, cercò di ottenere anche l'annessione di Fiume, ma gli alleati si opposero a questa posizione. Per questo, P'Italia lasciò la conferenza per protesta, e così nacque la LA CRISI DEL DOPOGUERRA campagna della VITTORIA MUTILATA. Il presidente del consiglio orlando si dimise, e la carica passò a Nitri, che fu subito accusato di non essere in grado di tutelare gli interessi nazionali. Nel 1919 D'Annunzio occupò la città di Fiume, rendendo la situazione del governo ancora più difficile -> torna al governo Giolitti, che Firma il Trattato di Rapallo, assegnando la Dalmazia alla Iugoslavia e l'Istria all'Italia, mentre Fiume viene reso uno stato libero. CRISI ECONOMICA: le conseguenze sociali ed economiche della guerra erano gravissime, in particolare per uno stato fragile come l'Italia Bilancio dei morti e degli invalidi tragico Debito pubblico svalutazione della lira e grave inflazione In particolare vennero colpiti la piccola e media borghesia e i piccoli proprietari terrieri. Il costo della vita aumento di tre volte e si crea una frattura tra operai (riuscirono in parte a difendere i loro salari grazie alle lotte sindacali) e impiegati pubblici e privati (salario ridotto). Questa situazione causò RISENTIMENTO E MALCONTENTO nella popolazione, soprattutto nella borghesia...

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e in coloro che in guerra avevano ricoperto ruoli di comando e tornati dalla guerra speravano di ottenere maggior prestigio sociale. Inoltre, le campagne si trovavano in una drammatica situazione e la necessità della riconversione della produzione industriale determinò una crescente disoccupazione e lotte sociali sempre più aspre. ASPETTI DELLA CRISI Debito pubblico, svalutazione della lira e inflazione conversione della produzione indutriale controllo della maggior parte della terra dei medi e grandi proprietari EFFETTI DELLA CRISI Aumento del carico fiscale dello stato per chi ha redditi fissi disoccupazione e lotte sociali I piccoli proprietari sono costretti a affittare i fondi o lavorare come braccianti Tra il 1918 e 1920 nascono la confederazione Generale dei Lavoratori (CGL) e la confederazione italiana dei Lavoratori (CIL), grazie a cui gli scioperi si moltiplicano, e vengono raggiunti alcuni risultati - - aumenti salariali per i braccianti - parziale redistribuzione delle terre incolte occupate - giornata lavorativa di 8 ore aumenti salariali per gli operai (al contrario degli impiegati) Nasce anche il partito Popolare Italiano, fondato da Don Luigi Sturzo e di ispirazione cattolica -> popolarismo Nel 1919 nasce il movimento dei FASCI DI COMBATTIMENTO, fondato da BENITO MUSSOLINI. Inizialmente era un piccolo gruppo politico dall'ideologia confusa, che non attirò l'attenzione e che si collocava politicamente a sinistra. Il manifesto politico fu chiamato PROGRAMMA DI SAN SEPOLCRO, e prevedeva il minimo salariale, la giornata lavorativa di 8 ore, la gestione di impresa estesa anche ai rappresentanti dei lavoratori, un'imposta progressiva sul capotale e l'estensione del voto alle donne. POCO dopo Mussolini si sbarazzò di questo programma e il movimento si caratterizzò per l'AGGRESSIVITÀ E LA VIOLENZA dei suoi membri. Dopo le elezioni del 1919 il Partito socialista era il primo partito in Italia, ma senza una maggioranza netta. Questa frammentazione delle forze politiche, l'instabilità, e la difficoltà nel trovare alleanze guidò il paese fino all'avvento del fascismo. Nel 1920 la protesta si estese e passò all'OCCUPAZIONE DELLE FABBRICHE. Giolitti era convinto che l'occupazione non sarebbe Sboccata in rivoluzione, per cui assunse un atteggiamento neutrale e di mediazione tra la CGL e gli industriali. L'occupazione terminò con aumenti salariali ed alcune promesse per gli operai, che in cambio liberarono le fabbriche. Tra il 1920 e 1921 avviene la svolta: Mussolini abbandona il Programma di san sepolcro e costituisce formazione paramilitari (LE SQUADRE D'AZIONE). LO Squadrismo ottenne subito l'appoggio finanziario della borghesia, ex combattenti e giovani. Le squadre devastavano in particolare le sedi socialiste, e per questo il governo assunse un atteggiamento neutrale (a volte anche di sostegno) col fine di sconfiggere il socialismo. Tuttavia, Giolitti non riuscì a ridimensionare i socialisti e i popolari in Parlamento per i nuovi risultati elettorali. GIOLITTI RINUNCIA QUINDI A GUIDARE IL GOVERNO, e viene sostituito da Bonomi. A questo punto Mussolini decide di trasformare il movimento in PARTITO NAZIONALE FASCISTA (PNF). LA MARCIA SU ROMA Il governo di Bonomi fu presto sostituito da Luigi FACTA, ma rimase comunque un governo molto debole. Nel frattempo Mussolini abbandonò le posizioni repubblicane dichiarandosi a favore della monarchia, abbandonò le posizioni capitaliste e iniziò a sostenere una politica economica liberista, abbandonò Panticlericalismo. comprese infine che era arrivato il suo momento -> il 24 Ottobre riunisce migliaia di camice nere per assumere il potere con la Forza. Facta chiede al re di dichiarare lo stato d'assedio, che avrebbe permesso l'intervento dell'esercito, ma il re rifiuta. Il 28 Ottobre i fascisti entrano nella capitale e il 30 Ottobre 1922 MUSSOLINI RICEVE UFFICIALMENTE DAL SOVRANO L'INCARICO DI PRESIDENTE DEL CONSIGLIO. MUSSOLINI AL GOVERNO Tra il 22 e il 24 guida un governo di coalizione tra fascisti, liberali e popolari; ma già gode del consenso della corte, degli apparati dello Stato, degli industriali, agrari e della maggioranza dei liberali. Le prime riforme sono a vantaggio degli imprenditori, per ottenere il consenso della borghesia -> › toglie le tasse sui profitti di guerra e sui redditi azionari -> > impone tasse anche sui salari di operai e contadini -> aumenta le imposte indirette (colpisce i consumi) -> Si riduce la spesa pubblica -> >abolisce il blocco degli affitti -> agevola la costruzione di nuove società con sgravi fiscali Inoltre, scioglie le amministrazioni comunali in mano a socialisti e popolari, costringe le cooperative rosse all'estinzione, pone limiti alla libertà sindacale, e adotta una serie di misure economiche per rivalutare la lira. Legalizza lo squadrismo, creando la MILIZIA VOLONTARIA PER LA SICUREZZA NAZIONALE, che si trasforma in Forza armata del regime. LE RIFORME PIÙ IMPORTANTI 1) RIFORMA DELLA SCUOLA = approvata nel 1923 con il ministro dell'istruzione Giovanni Gentile, che prevedeva un'istruzione classica ed umanistica, basata principalmente sulla storia 2) RIFORMA DEL SISTEMA ELETTORALE = realizzata con la legge Acerbo nel 1923. Introdusse un meccanismo elettorale fortemente maggioritario: la lista che aveva la maggioranza relativa (almeno 25% Voti) aveva due terzi dei seggi alla camera. IL DELITTO MATTEOTTI -> il deputato Matteotti denunciò in un discorso alla camera le violenze e gli imbrogli delle squadre fasciste. Il 10 giugno 1924 egli venne rapito e ucciso. Questo fatto risvegliò gran parte dell'opinione pubblica, che si rese conto della responsabilità Fascista causando un crollo nella popolarità di mussolini. Gli altri parlamentari scelsero di non rientrare in parlamento fino al ripristino della legalità e all'abolizione della milizia => SECESSIONE DELL'AVENTINO. ESSi speravano che il sovrano intervenisse togliendo la fiducia a Mussolini, ma questo non avvenne. Mussolini si assunse la responsabilità, segnando l'INIZIO DELLA DITTATURA FASCISTA. L'ITALIA NEL REGIME FASCISTA LE LEGGI FASCISTISSIME DAI 1925 MUSSOlini fece approvare una serie di leggi dette fascistissime, che segnarono la trasformazione definitiva del Fascismo in dittatura. - Punico partito politico riconosciuto era quello fascista, mentre era vietata l'esistenza di altre formazioni politiche - la figura del presidente del consiglio fu sostituita da quella del CAPO DEL GOVERNO, responsabile solo di fronte al re - il capo del governo aveva il potere legislativo - eliminazione delle autonomie locali ed elezioni comunali (il sindaco è sostituito dal podestà, nominato direttamente dal governo) - limitata la libertà di stampa e di associazione - ampi poteri alla polizia segreta (OVRA) - Sciolti i partiti di opposizione e chiusi i giornali antifascisti - Tribunale speciale per la difesa dello stāto -> condanne a morte - al vertice del partito c'era il Gran consiglio del fascismo Nel 1928 la trasformazione da stato liberale a STATO TOTALITARIO era completa. PROPAGANDA E CONSENSO: l'Obiettivo del partito era organizzare il consenso nella società italiana, influire su costumi, sulla mentalità e sulle attività quotidiane. Divenne obbligatorio possedere la TESSERA DEL PARTITO per avere un posto di lavoro pubblico. Furono create organizzazione per coinvolgere italiani di tutte le età: -> OPERA NAZIONALE DEL DOPOLAVORO: tempo libero dei lavoratori -> COMITATO OLIMPICO NAZIONALE ITALIANO: attività sportive -> FASCI GIOVANILI E GRUPPI UNIVERSITARI FASCISTI -> OPERA NAZIONALE BALILLA: educazione dei giovani alla dottrina Fascista e al culo di Mussolini. Il controllo dell'informazione era totale. La stampa era sottoposta a censura e i direttori di giornale non fascisti vennero sostituiti. La radio era un mezzo di comunicazione molto importante per far arrivare agli italiani le informazioni che il regime voleva far conoscere. Anche il cinema era sfruttato a scopi propagandistici. venne infine istituito il ministero della cultura popolari, per controllare tutti gli aspetti della vita culturale. I RAPPORTI CON LA CHIESA Il progetto di rifondare la società in senso fascista si scontro con la presenza radicata della chiesa. Per questo Mussolini firmò nel 1929 i Patti Lateranensi, per chiudere il contrasto tra stato e chiesa - la chiesa riconosce ufficialmente lo stato italiano e ottiene la sovranità sullo stato della città del vaticano - l'Italia si impegna a versare un somma al vaticano per la perdita dello stato pontificio - concordato per regolare i rapporti: la religione di Stato era il cattolicesimo, insegnamento della religione nelle scuole, vengono riconosciuti gli effetti civili del matrimonio religioso, garantita la libertà nell'amministrazione dei beni ecclesiastici e nella scelta dei vescovi, che devono poi però ottenere il consenso dello stato POLITICA ECONOMICA 1) prima fase (1922-25) -> politica liberista. Viene stimolata Piniziativa privata e ridotta la spesa pubblica. L'Italia riesce ad approfittare della fase di sviluppo dell'economia internazionale. 2) autarchia -> Stabilizzazione della lira, misure protezionistiche e molti interventi statali nell'economia. L'autarchia aveva come Obiettivo l'autosufficienza, in particolare nel settore dei cereali. venne infatti aumentato il dazio sui cereali e venne attuata una Forte campagna propagandistica: BATTAGLIA DEL GRANO. Per questo nel 1928 iniziò anche il progetto di bo ifica di molte zone italiane. Questa politica dell'autarchia ebbe un peso sociale: - la rivalutazione della lira favorì le grandi imprese, ma colpì i ceti medio-bassi con una diminuzione del potere d'acquisto - la battaglia del grano sfavorì dei settori, come l'allevamento Pautarchia in un paese povero di materie prime causò un indebolimento del sistema produttivo nazionale CORPORATIVISMO -> il fascismo condannò lo sciopero e la lotta di classe, abolendo la libertà di contraddizione e l'azione sindacale. Questa posizione secondo cui i lavoratori e i datori di lavoro dovevano collaborare nell'interesse della nazione viene definita corporativismo, che fu poi enunciata ufficialmente nella CARTA DEL LAVORO. In realtà questo fu solo a favore degli imprenditori. TOTALITARISMO IMPERFETTO Il totalitarismo fascista si considera imperfetto, poichè non era l'unico potere in Italia, ma doveva far fronte anche alla monarchia e alla chiesa. La presenza della chiesa, infatti, era fortemente radicata nella popolazione; mentre il re, nonostante appoggiasse Mussolini, era a capo delle forze armate, poteva scegliere i senatori, nominare o revocare il capo del governo. LA GUERRA D'ETIOPIA E L'IDEOLOGIA NAZIONALISTA Il fascismo si caratterizzò da subito per una forte ideologia nazionalista, basata sul voler rivivere la gloria dell'antica Roma e riscattare il paese dalle penalizzazioni del trattato di versailles. Nel 1934 MUSSOlini decide di conquistare l'Etiopia per dare un impero all'Italia, che sarebbe anche potuto essere una meta per l'emigrazione italiana. Nel 1935 le truppe italiane invadono l'Etiopia, costringendo il re etiope alla fuga nel 1936. La Società delle nazioni, però, condanna l'invasione dell'Etiopia (paese membro) e decreta sanzioni economche per l'Italia. Queste sanzioni erano molto deboli e non indebolirono l'economia italiana e il suo potenziale bellico. Tuttavia, l'atteggiamento di Francia e Gran Bretagna fornisce a Mussolini l'opportunità di assumere atteggiamenti Vittimistici, aumentando il suo consenso dell'opinione pubblica nazionale. Questo fu infatti il periodo in cui il fascismo godette di maggior consenso. Il 9 maggio 1936 MUSSOlini annuncia la Fondazione dell'IMPERO DELL'AFRICA ORIENTALE ITALIANA e offre a Vittorio Emanuele III la corona di imperatore d'Etiopia. Tuttavia, I'Etiopia non rispose alle attese degli italiani, poichè era un paese povero di risorse. Da un punto di vista politico l'operazione fu però un successo, anche perché le sanzioni della società delle Nazioni furono ritirate nel 1936, lasciando la sensazione che il fascismo fosse riuscito ad imporsi su tutta l'Europa. L'ALLEANZA CON LA GERMANIA La conseguenza della guerra in Etiopia fu l'avvicinamento di Mussolini a Hitler, che lo appoggiò nella conquista coloniale. Nell'ottobre 1936 i due firmarono un patto di amicizia tra Italia e Germania: ASSE ROMA-BERLINO. MUSSOlini sperava inizialmente di sfruttare Hitler, ma in realtà sarebbe poi stato il contrario. In questo periodo l'Italia giunse anche a condividere leggi discriminanti per gli Ebrei caratteristiche del nazismo. Dal 1938 vennero promulgate le leggi razziali contro gli ebrei -> divieto dei matrimoni tra Ebrei e non ebrei; divieto per gli Ebrei di frequentare la scuola pubblica, care servizio militare e determinate professioni. Tuttavia, in Italia non vi era una forte tradizione antisemita; la chiesa condannò fortemente questa posizione del fascismo e il consenso diminui.