Il crollo di Wall Street e il New Deal
Negli anni '20 i repubblicani crearono un sistema economico pericoloso: ridussero le tasse ai ricchi, eliminarono l'assistenza ai poveri e lasciarono il mercato senza regole. La ricchezza si concentrò nelle mani dell'1% della popolazione.
L'investimento in borsa diventò una mania collettiva. I piccoli risparmiatori compravano azioni solo per rivenderle subito dopo, senza interesse per investimenti a lungo termine. Intanto agricoltori e operai restavano in povertà, creando una pericolosa crisi di sovrapproduzione.
Il 24 ottobre 1929, il "giovedì nero", crollò Wall Street: furono vendute 13 milioni di azioni in un giorno. Il panico si diffuse, le banche fallirono, le aziende licenziarono in massa. Nel 1932 l'America aveva 14 milioni di disoccupati.
Curiosità: Il crollo di Wall Street trascinò il mondo intero nella Grande Depressione!
Roosevelt vinse le elezioni del 1932 promettendo il New Deal ("nuovo corso"). Creò il "brain trust", un gruppo di esperti che progettò una rivoluzione economica basata sull'intervento statale.
Gli obiettivi del New Deal erano chiari: aumentare i redditi, stimolare i consumi, ridurre le disuguaglianze, creare lavoro con opere pubbliche e garantire sussidi ai disoccupati. Nacque così il welfare state, dove lo Stato assisteva poveri e anziani, tutelava lavoratori e riequilibrava domanda e offerta.
I risultati furono graduali ma significativi: i disoccupati scesero da 12,5 milioni nel 1932 a 7,5 nel 1937, anche se la piena occupazione arrivò solo con la Seconda Guerra Mondiale.