L'età giolittiana (1901-1914): sviluppo e democrazia
Con Giovanni Giolitti l'Italia vive la sua "Belle Époque": sviluppo economico, riforme sociali e apertura democratica caratterizzano questo periodo fondamentale. Giolitti governa quasi ininterrottamente dal 1903 al 1914, segnando una svolta rispetto al precedente autoritarismo.
L'economia italiana decolla grazie alla sinergia tra industria e finanza (nascita della banca mista) e agli investimenti pubblici in infrastrutture. Giolitti promuove politiche sociali innovative: tutela del lavoro, assicurazioni sulla vita statali (1911) e, soprattutto, non reprime più scioperi e manifestazioni.
In politica, Giolitti punta all'allargamento della base democratica: nel 1912 introduce il suffragio universale maschile. Le elezioni del 1913 sono condizionate dal "patto Gentiloni" con i cattolici, che però indebolisce la maggioranza liberale.
La politica estera vede l'Italia allentare i legami con la Triplice Alleanza e avvicinarsi alla Francia (accordo del 1902). La guerra di Libia (1911-1912) rappresenta l'unico successo coloniale italiano, anche se economicamente poco redditizio.
Giolitti si dimette nel 1914, convinto di poter attuare la sua solita strategia parlamentare, ma lo scoppio della guerra mondiale gli impedisce di tornare al potere.
💡 Ricorda: L'età giolittiana segna il passaggio dell'Italia da paese arretrato a moderna democrazia industriale.