Le elezioni del 1924 e la crisi del delitto Matteotti
Il 6 aprile 1924 si svolsero le elezioni con la nuova legge elettorale. I fascisti si candidarono all'interno della Lista Nazionale, che comprendeva anche nazionalisti, cattolici e liberali conservatori. Le elezioni furono caratterizzate da intimidazioni e brogli da parte dei fascisti.
I deputati dell'opposizione, consapevoli delle intenzioni di Mussolini di liquidare le istituzioni democratiche, iniziarono a reagire. Tra questi, il segretario del Partito Socialista Unitario Giacomo Matteotti ebbe il coraggio di denunciare alla Camera le violenze fasciste contro gli oppositori, chiedendo l'annullamento delle elezioni.
Quote: "Il 30 maggio 1924, Matteotti ebbe il coraggio di denunciare alla camera le violenze fasciste contro gli oppositori e chiese l'annullamento delle elezioni."
Il 10 giugno 1924, Matteotti fu rapito e assassinato da alcuni fascisti. La notizia del delitto provocò grande indignazione nel paese, mettendo Mussolini sotto pressione sia dagli alleati liberali che dai fascisti moderati.
Highlight: Mussolini cercò inizialmente di tranquillizzare l'opinione pubblica negando la propria responsabilità e condannando pubblicamente il delitto. Sottopose la Milizia a un giro di vite e pretese le dimissioni di chi aveva avuto responsabilità nell'accaduto.
Tuttavia, il 3 gennaio 1925, Mussolini tenne un discorso in Parlamento assumendosi la piena responsabilità dell'assassinio di Matteotti, segnando di fatto l'inizio della dittatura fascista.