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Perché è scoppiata la Prima Guerra Mondiale? Scopri l'attentato dell'arciduca Francesco Ferdinando e le alleanze balcaniche del 1914!

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Vittoria Fico

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La causa della prima guerra mondiale fu una complessa rete di tensioni politiche e militari che culminarono nel 1914.

Il conflitto ebbe origine principalmente nei Balcani, dove le tensioni tra l'Impero austro-ungarico e la Serbia raggiunsero il punto di rottura con l'attentato dell'arciduca Francesco Ferdinando a Sarajevo il 28 giugno 1914. L'arciduca, erede al trono austro-ungarico, fu assassinato insieme alla moglie Sophie dal nazionalista serbo Gavrilo Princip. Questo evento drammatico fu la scintilla che innescò una reazione a catena di dichiarazioni di guerra tra le potenze europee, legate tra loro da un complesso sistema di alleanze e conflitti balcanici 1914.

Le tensioni nei Balcani erano già alte a causa del nazionalismo serbo e delle ambizioni territoriali dell'Austria-Ungheria. L'impero austro-ungarico vedeva la Serbia come una minaccia alla sua stabilità, mentre la Serbia cercava di unificare tutti i popoli slavi del sud sotto la sua leadership. La Russia sosteneva la Serbia per proteggere i suoi interessi nei Balcani e mantenere la sua influenza sulla regione. La Germania, alleata dell'Austria-Ungheria, si sentiva minacciata dall'alleanza tra Francia e Russia. Quando l'Austria-Ungheria dichiarò guerra alla Serbia, la Russia si mobilitò per difendere il suo alleato balcanico. La Germania, temendo di essere accerchiata, dichiarò guerra alla Russia e alla Francia, invadendo il Belgio neutrale per attaccare la Francia. Questo portò la Gran Bretagna, garante della neutralità belga, a entrare in guerra contro la Germania. In poche settimane, quello che era iniziato come un conflitto locale nei Balcani si trasformò in una guerra mondiale che avrebbe cambiato per sempre il volto dell'Europa e del mondo intero.

29/6/2023

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LA PRIMA GUERRA MONDIALE
detta anche "Grande guerra" per la lunghezza e la distruttività
(estate 1914-autunno 1918)
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Le Cause e l'Inizio della Prima Guerra Mondiale

Le cause della prima guerra mondiale furono molteplici e complesse. Il conflitto scoppiò nell'estate del 1914 in seguito all'attentato dell'arciduca Francesco Ferdinando a Sarajevo, ma le radici erano più profonde. Le tensioni tra le potenze europee si erano accumulate per anni a causa della competizione economica e coloniale, in particolare tra Germania, Francia e Gran Bretagna.

Definizione: La Prima Guerra Mondiale (1914-1918) fu chiamata anche "Grande Guerra" per la sua durata e distruttività senza precedenti nella storia.

Un fattore determinante fu il sistema delle alleanze e conflitti balcanici 1914 che divise l'Europa in due blocchi contrapposti: la Triplice Intesa (Francia, Gran Bretagna e Russia) e la Triplice Alleanza (Germania, Austria-Ungheria e Italia). Queste alleanze, pensate come strumenti difensivi, si trasformarono in un meccanismo che amplificò la crisi.

La corsa agli armamenti e il nazionalismo aggressivo contribuirono a creare un clima di tensione. Gli stati europei aumentarono le spese militari e la produzione di armi, sostenuti dagli industriali del settore siderurgico. L'opinione pubblica venne influenzata da una retorica nazionalista che presentava la guerra come necessaria e inevitabile.

Evidenza: La "polveriera balcanica" rappresentava un punto particolarmente critico, con tensioni nazionalistiche acute e la competizione tra Austria-Ungheria e Russia per il controllo dell'area.

LA PRIMA GUERRA MONDIALE
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(estate 1914-autunno 1918)
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L'Italia nella Grande Guerra

L'Italia, inizialmente neutrale nonostante facesse parte della Triplice Alleanza, entrò in guerra nel maggio 1915 a fianco dell'Intesa. La decisione fu preceduta da un intenso dibattito tra neutralisti e interventisti che divise profondamente il paese.

Esempio: Il "Patto di Londra", firmato segretamente nell'aprile 1915, prevedeva per l'Italia significative compensazioni territoriali in caso di vittoria: il Trentino, l'Alto Adige, Trieste, l'Istria e parte della Dalmazia.

Il fronte italiano si sviluppò principalmente lungo tre zone: il Trentino a nord, il Cadore e la Carnia a nord-est, e la valle dell'Isonzo e l'altopiano del Carso a est. La guerra si rivelò particolarmente dura, caratterizzata da lunghe battaglie di posizione e pesanti perdite umane.

La disfatta di Caporetto nell'ottobre 1917 rappresentò un momento critico, ma l'esercito italiano si riorganizzò sotto il comando del generale Armando Diaz. La guerra si concluse con la vittoria di Vittorio Veneto nell'ottobre 1918.

Vocabolario: "Guerra di logoramento" - tipo di conflitto caratterizzato da lunghe battaglie di posizione con l'obiettivo di esaurire le risorse del nemico.

LA PRIMA GUERRA MONDIALE
detta anche "Grande guerra" per la lunghezza e la distruttività
(estate 1914-autunno 1918)
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Gli Sviluppi e le Conseguenze del Conflitto

La guerra assunse dimensioni globali con l'ingresso degli Stati Uniti nel 1917, in risposta alla guerra sottomarina illimitata tedesca. L'apporto americano fu decisivo per le sorti del conflitto, sia dal punto di vista militare che economico.

Il conflitto trasformò profondamente la società europea. L'utilizzo di nuove tecnologie belliche, come i gas asfissianti, i carri armati e gli aerei, rese la guerra più letale che mai. Le popolazioni civili furono coinvolte come mai prima, con razionamenti e mobilitazione totale dell'economia.

Citazione: Papa Benedetto XV definì il conflitto una "inutile strage", esprimendo la crescente opposizione alla guerra tra la popolazione civile.

La fine della guerra nel 1918 ridisegnò la carta politica dell'Europa. Gli imperi centrali crollarono, nacquero nuovi stati e si affermarono nuovi equilibri internazionali. Per l'Italia, la vittoria fu considerata "mutilata" a causa della mancata acquisizione di Fiume, generando tensioni che avrebbero influenzato gli anni successivi.

LA PRIMA GUERRA MONDIALE
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(estate 1914-autunno 1918)
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Il Nuovo Ordine Mondiale Post-bellico

Il dopoguerra vide emergere gli Stati Uniti come nuova potenza mondiale, mentre l'Europa perdeva la sua centralità. Il presidente Wilson propose i suoi "Quattordici punti" come base per un nuovo ordine internazionale, includendo il principio di autodeterminazione dei popoli e la creazione della Società delle Nazioni.

La Conferenza di Pace di Parigi (1919) ridisegnò i confini europei, con lo smembramento dell'Impero Asburgico e pesanti condizioni imposte alla Germania. Tuttavia, molte decisioni prese si rivelarono fonte di nuove tensioni.

Evidenza: La Società delle Nazioni, primo tentativo di creare un'organizzazione internazionale per il mantenimento della pace, nacque indebolita dall'assenza degli Stati Uniti e dall'esclusione di Germania e URSS.

Le conseguenze economiche e sociali della guerra furono profonde e durature. L'Europa dovette affrontare una difficile ricostruzione, mentre emergevano nuove tensioni sociali e politiche che avrebbero caratterizzato gli anni '20 e '30 del Novecento.

LA PRIMA GUERRA MONDIALE
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Le Conseguenze della Prima Guerra Mondiale in Europa

La Prima Guerra Mondiale ha lasciato un'eredità profonda che ha plasmato l'Europa del XX secolo. Le cause della prima guerra mondiale hanno portato a cambiamenti radicali nell'assetto geopolitico europeo.

Il Trattato di Versailles del 1919 impose alla Germania condizioni durissime. Dovette cedere territori strategici come l'Alsazia-Lorena alla Francia e parti della Pomerania alla Polonia. Le riparazioni di guerra imposte furono talmente elevate da minare l'economia tedesca, creando le basi per future tensioni.

Definizione: Le riparazioni di guerra erano pagamenti che la Germania doveva effettuare come risarcimento per i danni causati durante il conflitto. L'ammontare fu stabilito in 132 miliardi di marchi oro.

L'attentato dell'arciduca Francesco Ferdinando a Sarajevo nel 1914 fu solo la scintilla che fece esplodere tensioni accumulate da anni. Gli alleanze e conflitti balcanici 1914 avevano creato un complesso sistema di alleanze che trasformò rapidamente un conflitto locale in una guerra mondiale.

La ridefinizione dei confini creò nuovi stati come la Finlandia e le repubbliche baltiche, ma generò anche il problema delle minoranze etniche. Nacque la figura dell'apolide, persona priva di cittadinanza e protezione giuridica.

LA PRIMA GUERRA MONDIALE
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(estate 1914-autunno 1918)
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La Crisi Economica e Sociale del Dopoguerra

Il periodo postbellico fu caratterizzato da gravi difficoltà economiche in tutta Europa. L'inflazione galoppante e l'enorme debito pubblico accumulato durante la guerra misero in ginocchio le economie nazionali.

Esempio: In Germania l'inflazione raggiunse livelli tali che nel 1923 un dollaro valeva 4,2 bilioni di marchi.

La riconversione dell'industria bellica alla produzione civile richiese tempo e investimenti. Si diffusero nuovi metodi di organizzazione del lavoro come il taylorismo e il fordismo, che aumentarono la produttività ma crearono anche resistenze tra gli operai.

Le tensioni sociali si acuirono con scioperi e proteste. Le donne, che durante la guerra avevano conquistato nuovi spazi nel mondo del lavoro, si trovarono a dover difendere la propria autonomia. La violenza conosciuta in guerra si trasferì nella lotta politica, fenomeno noto come "brutalizzazione".

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Gli Stati Uniti e il Crollo del 1929

Gli Stati Uniti emersero dalla guerra come principale potenza economica mondiale. I "ruggenti anni Venti" videro uno sviluppo senza precedenti dei consumi di massa e una modernizzazione degli stili di vita.

Evidenziazione: La crisi del 1929 fu causata da una combinazione di sovrapproduzione industriale, speculazione finanziaria e fragilità del sistema bancario.

Il crollo di Wall Street del 24 ottobre 1929 segnò l'inizio della Grande Depressione. Roosevelt rispose con il New Deal, un programma di intervento statale nell'economia che prevedeva:

  • Controllo del sistema bancario
  • Sostegno all'agricoltura
  • Lavori pubblici
  • Misure di sicurezza sociale
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L'Ascesa dei Regimi Totalitari

La crisi economica e sociale del dopoguerra favorì l'ascesa di movimenti autoritari in Europa. In Italia, il fascismo di Mussolini sfruttò il malcontento popolare e le paure della borghesia.

Vocabolario: Il termine "totalitarismo" indica un sistema politico che controlla ogni aspetto della vita sociale, eliminando ogni forma di opposizione.

In Germania, la Repubblica di Weimar dovette affrontare gravi problemi:

  • Inflazione incontrollata
  • Occupazione francese della Ruhr
  • Tentativi di colpi di stato
  • Crescita dei movimenti estremisti

Il Piano Dawes (1924) e il Trattato di Locarno (1925) portarono una stabilizzazione temporanea, ma le conseguenze della crisi del 1929 aprirono la strada all'ascesa del nazismo.

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Le Origini del Fascismo e il Biennio Rosso in Italia

Il periodo tra il 1919 e il 1920, noto come Biennio Rosso, segnò un momento cruciale nella storia italiana del primo dopoguerra. In questo periodo, l'Italia attraversò una profonda crisi sociale e politica, caratterizzata da intense lotte operaie e contadine. I socialisti massimalisti, convinti della possibilità di una rivoluzione proletaria, guidarono numerose agitazioni sia nelle campagne che nelle città industriali del nord.

Nel sud, le leghe bianche di ispirazione cattolica organizzarono i contadini contro i proprietari terrieri, mentre al nord le leghe rosse socialiste coordinavano le lotte operaie. Gli scioperi nelle fabbriche venivano spesso seguiti dalle "serrate" degli imprenditori, che chiudevano gli stabilimenti per contrastare le rivendicazioni dei lavoratori. Un fenomeno significativo fu la formazione dei consigli di fabbrica, ispirati al modello dei soviet russi.

Evidenza: Il malcontento dei reduci di guerra rappresentò un elemento chiave per l'ascesa del fascismo. Questi non si riconoscevano nei partiti tradizionali e non vedevano soddisfatte le loro richieste di reinserimento lavorativo e distribuzione delle terre promesse.

La situazione divenne così instabile che Giovanni Giolitti fu richiamato al governo nel 1920. La sua strategia del non intervento nelle agitazioni sociali portò infine a un accordo tra Confindustria e sindacati, che ottennero aumenti salariali e maggiori tutele sul lavoro. Tuttavia, mentre il socialismo si orientava verso posizioni più riformiste, il ceto medio, sempre più distante dai liberali, iniziò a guardare con interesse al movimento dei Fasci di combattimento.

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L'Ascesa del Movimento Fascista e la Trasformazione in Partito

Il movimento dei Fasci di combattimento si distinse fin dall'inizio per la presenza delle squadre d'azione fascista, composte principalmente da giovani universitari e liceali. Questi gruppi, caratterizzati da un forte desiderio di ordine e "pulizia sociale", conducevano sistematiche azioni violente contro gli oppositori politici, particularly la sinistra.

Definizione: Le squadre d'azione fascista rappresentavano il braccio armato del movimento, utilizzando simboli distintivi come la camicia nera (simbolo di morte e minaccia), il manganello (simbolo di forza e virilità) e il saluto romano (considerato virile e militaresco).

Eventi cruciali come l'incendio dell'Hotel Balkan a Trieste (13 luglio 1920) e l'assalto al municipio di Bologna (21 novembre 1920) segnarono la trasformazione del movimento fascista. Da formazione apartitica, evolse in un'organizzazione fortemente anti-socialista e nazionalista, ostile alle minoranze etniche.

La nascita del Partito Nazionale Fascista nel 1921 segnò un ulteriore cambiamento, con l'abbandono del programma originario di San Sepolcro in favore di posizioni conservatrici, volte a difendere gli interessi della borghesia e della proprietà privata. Il partito ottenne rapidamente l'adesione di ufficiali, ex militanti, grandi industriali e gran parte del ceto medio. Le autorità tendevano a non ostacolare le azioni squadriste, interpretandole come un tentativo di ristabilire l'ordine dopo i conflitti del Biennio Rosso.

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La causa della prima guerra mondiale fu una complessa rete di tensioni politiche e militari che culminarono nel 1914.

Il conflitto ebbe origine principalmente nei Balcani, dove le tensioni tra l'Impero austro-ungarico e la Serbia raggiunsero il punto di rottura con l'attentato dell'arciduca Francesco Ferdinando a Sarajevo il 28 giugno 1914. L'arciduca, erede al trono austro-ungarico, fu assassinato insieme alla moglie Sophie dal nazionalista serbo Gavrilo Princip. Questo evento drammatico fu la scintilla che innescò una reazione a catena di dichiarazioni di guerra tra le potenze europee, legate tra loro da un complesso sistema di alleanze e conflitti balcanici 1914.

Le tensioni nei Balcani erano già alte a causa del nazionalismo serbo e delle ambizioni territoriali dell'Austria-Ungheria. L'impero austro-ungarico vedeva la Serbia come una minaccia alla sua stabilità, mentre la Serbia cercava di unificare tutti i popoli slavi del sud sotto la sua leadership. La Russia sosteneva la Serbia per proteggere i suoi interessi nei Balcani e mantenere la sua influenza sulla regione. La Germania, alleata dell'Austria-Ungheria, si sentiva minacciata dall'alleanza tra Francia e Russia. Quando l'Austria-Ungheria dichiarò guerra alla Serbia, la Russia si mobilitò per difendere il suo alleato balcanico. La Germania, temendo di essere accerchiata, dichiarò guerra alla Russia e alla Francia, invadendo il Belgio neutrale per attaccare la Francia. Questo portò la Gran Bretagna, garante della neutralità belga, a entrare in guerra contro la Germania. In poche settimane, quello che era iniziato come un conflitto locale nei Balcani si trasformò in una guerra mondiale che avrebbe cambiato per sempre il volto dell'Europa e del mondo intero.

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Le Cause e l'Inizio della Prima Guerra Mondiale

Le cause della prima guerra mondiale furono molteplici e complesse. Il conflitto scoppiò nell'estate del 1914 in seguito all'attentato dell'arciduca Francesco Ferdinando a Sarajevo, ma le radici erano più profonde. Le tensioni tra le potenze europee si erano accumulate per anni a causa della competizione economica e coloniale, in particolare tra Germania, Francia e Gran Bretagna.

Definizione: La Prima Guerra Mondiale (1914-1918) fu chiamata anche "Grande Guerra" per la sua durata e distruttività senza precedenti nella storia.

Un fattore determinante fu il sistema delle alleanze e conflitti balcanici 1914 che divise l'Europa in due blocchi contrapposti: la Triplice Intesa (Francia, Gran Bretagna e Russia) e la Triplice Alleanza (Germania, Austria-Ungheria e Italia). Queste alleanze, pensate come strumenti difensivi, si trasformarono in un meccanismo che amplificò la crisi.

La corsa agli armamenti e il nazionalismo aggressivo contribuirono a creare un clima di tensione. Gli stati europei aumentarono le spese militari e la produzione di armi, sostenuti dagli industriali del settore siderurgico. L'opinione pubblica venne influenzata da una retorica nazionalista che presentava la guerra come necessaria e inevitabile.

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L'Italia, inizialmente neutrale nonostante facesse parte della Triplice Alleanza, entrò in guerra nel maggio 1915 a fianco dell'Intesa. La decisione fu preceduta da un intenso dibattito tra neutralisti e interventisti che divise profondamente il paese.

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Il fronte italiano si sviluppò principalmente lungo tre zone: il Trentino a nord, il Cadore e la Carnia a nord-est, e la valle dell'Isonzo e l'altopiano del Carso a est. La guerra si rivelò particolarmente dura, caratterizzata da lunghe battaglie di posizione e pesanti perdite umane.

La disfatta di Caporetto nell'ottobre 1917 rappresentò un momento critico, ma l'esercito italiano si riorganizzò sotto il comando del generale Armando Diaz. La guerra si concluse con la vittoria di Vittorio Veneto nell'ottobre 1918.

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La guerra assunse dimensioni globali con l'ingresso degli Stati Uniti nel 1917, in risposta alla guerra sottomarina illimitata tedesca. L'apporto americano fu decisivo per le sorti del conflitto, sia dal punto di vista militare che economico.

Il conflitto trasformò profondamente la società europea. L'utilizzo di nuove tecnologie belliche, come i gas asfissianti, i carri armati e gli aerei, rese la guerra più letale che mai. Le popolazioni civili furono coinvolte come mai prima, con razionamenti e mobilitazione totale dell'economia.

Citazione: Papa Benedetto XV definì il conflitto una "inutile strage", esprimendo la crescente opposizione alla guerra tra la popolazione civile.

La fine della guerra nel 1918 ridisegnò la carta politica dell'Europa. Gli imperi centrali crollarono, nacquero nuovi stati e si affermarono nuovi equilibri internazionali. Per l'Italia, la vittoria fu considerata "mutilata" a causa della mancata acquisizione di Fiume, generando tensioni che avrebbero influenzato gli anni successivi.

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Il dopoguerra vide emergere gli Stati Uniti come nuova potenza mondiale, mentre l'Europa perdeva la sua centralità. Il presidente Wilson propose i suoi "Quattordici punti" come base per un nuovo ordine internazionale, includendo il principio di autodeterminazione dei popoli e la creazione della Società delle Nazioni.

La Conferenza di Pace di Parigi (1919) ridisegnò i confini europei, con lo smembramento dell'Impero Asburgico e pesanti condizioni imposte alla Germania. Tuttavia, molte decisioni prese si rivelarono fonte di nuove tensioni.

Evidenza: La Società delle Nazioni, primo tentativo di creare un'organizzazione internazionale per il mantenimento della pace, nacque indebolita dall'assenza degli Stati Uniti e dall'esclusione di Germania e URSS.

Le conseguenze economiche e sociali della guerra furono profonde e durature. L'Europa dovette affrontare una difficile ricostruzione, mentre emergevano nuove tensioni sociali e politiche che avrebbero caratterizzato gli anni '20 e '30 del Novecento.

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La Prima Guerra Mondiale ha lasciato un'eredità profonda che ha plasmato l'Europa del XX secolo. Le cause della prima guerra mondiale hanno portato a cambiamenti radicali nell'assetto geopolitico europeo.

Il Trattato di Versailles del 1919 impose alla Germania condizioni durissime. Dovette cedere territori strategici come l'Alsazia-Lorena alla Francia e parti della Pomerania alla Polonia. Le riparazioni di guerra imposte furono talmente elevate da minare l'economia tedesca, creando le basi per future tensioni.

Definizione: Le riparazioni di guerra erano pagamenti che la Germania doveva effettuare come risarcimento per i danni causati durante il conflitto. L'ammontare fu stabilito in 132 miliardi di marchi oro.

L'attentato dell'arciduca Francesco Ferdinando a Sarajevo nel 1914 fu solo la scintilla che fece esplodere tensioni accumulate da anni. Gli alleanze e conflitti balcanici 1914 avevano creato un complesso sistema di alleanze che trasformò rapidamente un conflitto locale in una guerra mondiale.

La ridefinizione dei confini creò nuovi stati come la Finlandia e le repubbliche baltiche, ma generò anche il problema delle minoranze etniche. Nacque la figura dell'apolide, persona priva di cittadinanza e protezione giuridica.

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Esempio: In Germania l'inflazione raggiunse livelli tali che nel 1923 un dollaro valeva 4,2 bilioni di marchi.

La riconversione dell'industria bellica alla produzione civile richiese tempo e investimenti. Si diffusero nuovi metodi di organizzazione del lavoro come il taylorismo e il fordismo, che aumentarono la produttività ma crearono anche resistenze tra gli operai.

Le tensioni sociali si acuirono con scioperi e proteste. Le donne, che durante la guerra avevano conquistato nuovi spazi nel mondo del lavoro, si trovarono a dover difendere la propria autonomia. La violenza conosciuta in guerra si trasferì nella lotta politica, fenomeno noto come "brutalizzazione".

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Evidenziazione: La crisi del 1929 fu causata da una combinazione di sovrapproduzione industriale, speculazione finanziaria e fragilità del sistema bancario.

Il crollo di Wall Street del 24 ottobre 1929 segnò l'inizio della Grande Depressione. Roosevelt rispose con il New Deal, un programma di intervento statale nell'economia che prevedeva:

  • Controllo del sistema bancario
  • Sostegno all'agricoltura
  • Lavori pubblici
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La crisi economica e sociale del dopoguerra favorì l'ascesa di movimenti autoritari in Europa. In Italia, il fascismo di Mussolini sfruttò il malcontento popolare e le paure della borghesia.

Vocabolario: Il termine "totalitarismo" indica un sistema politico che controlla ogni aspetto della vita sociale, eliminando ogni forma di opposizione.

In Germania, la Repubblica di Weimar dovette affrontare gravi problemi:

  • Inflazione incontrollata
  • Occupazione francese della Ruhr
  • Tentativi di colpi di stato
  • Crescita dei movimenti estremisti

Il Piano Dawes (1924) e il Trattato di Locarno (1925) portarono una stabilizzazione temporanea, ma le conseguenze della crisi del 1929 aprirono la strada all'ascesa del nazismo.

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Le Origini del Fascismo e il Biennio Rosso in Italia

Il periodo tra il 1919 e il 1920, noto come Biennio Rosso, segnò un momento cruciale nella storia italiana del primo dopoguerra. In questo periodo, l'Italia attraversò una profonda crisi sociale e politica, caratterizzata da intense lotte operaie e contadine. I socialisti massimalisti, convinti della possibilità di una rivoluzione proletaria, guidarono numerose agitazioni sia nelle campagne che nelle città industriali del nord.

Nel sud, le leghe bianche di ispirazione cattolica organizzarono i contadini contro i proprietari terrieri, mentre al nord le leghe rosse socialiste coordinavano le lotte operaie. Gli scioperi nelle fabbriche venivano spesso seguiti dalle "serrate" degli imprenditori, che chiudevano gli stabilimenti per contrastare le rivendicazioni dei lavoratori. Un fenomeno significativo fu la formazione dei consigli di fabbrica, ispirati al modello dei soviet russi.

Evidenza: Il malcontento dei reduci di guerra rappresentò un elemento chiave per l'ascesa del fascismo. Questi non si riconoscevano nei partiti tradizionali e non vedevano soddisfatte le loro richieste di reinserimento lavorativo e distribuzione delle terre promesse.

La situazione divenne così instabile che Giovanni Giolitti fu richiamato al governo nel 1920. La sua strategia del non intervento nelle agitazioni sociali portò infine a un accordo tra Confindustria e sindacati, che ottennero aumenti salariali e maggiori tutele sul lavoro. Tuttavia, mentre il socialismo si orientava verso posizioni più riformiste, il ceto medio, sempre più distante dai liberali, iniziò a guardare con interesse al movimento dei Fasci di combattimento.

LA PRIMA GUERRA MONDIALE
detta anche "Grande guerra" per la lunghezza e la distruttività
(estate 1914-autunno 1918)
Evento scatentante: assa

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L'Ascesa del Movimento Fascista e la Trasformazione in Partito

Il movimento dei Fasci di combattimento si distinse fin dall'inizio per la presenza delle squadre d'azione fascista, composte principalmente da giovani universitari e liceali. Questi gruppi, caratterizzati da un forte desiderio di ordine e "pulizia sociale", conducevano sistematiche azioni violente contro gli oppositori politici, particularly la sinistra.

Definizione: Le squadre d'azione fascista rappresentavano il braccio armato del movimento, utilizzando simboli distintivi come la camicia nera (simbolo di morte e minaccia), il manganello (simbolo di forza e virilità) e il saluto romano (considerato virile e militaresco).

Eventi cruciali come l'incendio dell'Hotel Balkan a Trieste (13 luglio 1920) e l'assalto al municipio di Bologna (21 novembre 1920) segnarono la trasformazione del movimento fascista. Da formazione apartitica, evolse in un'organizzazione fortemente anti-socialista e nazionalista, ostile alle minoranze etniche.

La nascita del Partito Nazionale Fascista nel 1921 segnò un ulteriore cambiamento, con l'abbandono del programma originario di San Sepolcro in favore di posizioni conservatrici, volte a difendere gli interessi della borghesia e della proprietà privata. Il partito ottenne rapidamente l'adesione di ufficiali, ex militanti, grandi industriali e gran parte del ceto medio. Le autorità tendevano a non ostacolare le azioni squadriste, interpretandole come un tentativo di ristabilire l'ordine dopo i conflitti del Biennio Rosso.

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