La Dittatura e le Idi di Marzo
La dittatura di Cesare accumula poteri mai visti prima nella storia romana. Dal 46 a.C. diventa dittatore per dieci anni, poi consul sine collega, imperator e infine nel 44 a.C. dictator perpetuus. La sua figura inizia persino a essere oggetto di culto religioso.
Le riforme cesariane trasformano radicalmente Roma: aumenta il numero dei senatori, istituisce il calendario giuliano, estende la cittadinanza alla Gallia Cisalpina e finanzia grandi opere pubbliche. Condona i debiti, riduce le tasse e aumenta gli stipendi dei legionari, conquistando il favore popolare.
Tuttavia, questa concentrazione di potere spaventa chi ancora crede nei valori repubblicani. Gli oppositori - optimates, pompeiani e sinceri repubblicani - organizzano una congiura con una sessantina di partecipanti. Il 15 marzo 44 a.C., le famose Idi di marzo, Cesare viene assassinato in Senato.
Momento storico: Le ultime parole "Tu quoque, Brute, fili mi!" rivolte a Marco Giunio Bruto, che Cesare considerava come un figlio, simboleggiano il tradimento più doloroso della storia romana.