La storia romana del I secolo a.C. fu caratterizzata da importanti eventi che cambiarono il volto della Repubblica.
La Rivolta di Sertorio in Lusitania nell'80 a.C. rappresentò uno dei momenti più critici per Roma. Quinto Sertorio, un abile comandante romano che si era rifugiato nella penisola iberica, organizzò una forte resistenza contro il potere centrale di Roma, creando un governo parallelo che durò diversi anni. La rivolta evidenziò le crescenti tensioni tra il centro del potere romano e le province, mostrando come il malcontento nelle regioni periferiche potesse trasformarsi in una seria minaccia per la stabilità della Repubblica.
Il Consolato di Pompeo e Crasso del 70 a.C. segnò un momento di svolta fondamentale. L'alleanza tra questi due potenti uomini politici portò a importanti riforme che modificarono gli equilibri di potere a Roma. In particolare, venne ripristinato il tribunato della plebe e furono limitati i poteri dei senatori nelle corti giudiziarie. Questi cambiamenti furono seguiti dalla Vittoria di Pompeo su Mitridate nel 66 a.C., un successo militare che consolidò definitivamente il dominio romano in Oriente. Mitridate, re del Ponto, aveva rappresentato per decenni una minaccia costante per gli interessi romani in Asia Minore. La sua definitiva sconfitta permise a Roma di estendere la propria influenza su tutta l'area orientale del Mediterraneo, rafforzando il proprio controllo sulle ricche province asiatiche e stabilendo nuovi regni clienti che garantivano la stabilità della regione. Questi eventi contribuirono a trasformare Roma da città-stato a vero e proprio impero mediterraneo, ponendo le basi per i cambiamenti ancora più radicali che sarebbero avvenuti con l'avvento di Giulio Cesare e la fine della Repubblica.