L'età della Destra Storica: Fondamenta del nuovo Stato
La Destra storica, legata ai Savoia ed erede politica di Cavour, governò l'Italia dal 1861 al 1876. Questi primi governi, composti principalmente da aristocratici e riformisti come Minghetti e Ricasoli, dovettero decidere l'assetto amministrativo del nuovo Stato, optando per un forte accentramento amministrativo anziché concedere autonomie locali.
Uno dei provvedimenti più controversi fu la "piemontizzazione", cioè l'estensione delle leggi piemontesi a tutta Italia, rifiutando ogni forma di autonomia regionale. Sul fronte elettorale, la Destra limitò fortemente il diritto di voto, concedendolo solo al 2% della popolazione (percentuale che salirà al 7% con la Sinistra).
Restava aperto il problema del completamento dell'unificazione. Il Veneto fu acquisito dopo la terza guerra d'indipendenza, quando l'Italia si alleò con la Prussia contro l'Austria: nonostante le sconfitte militari italiane, la Prussia vittoriosa cedette il Veneto alla Francia che lo passò all'Italia. Roma rimaneva l'obiettivo principale, ma il tentativo di Garibaldi di conquistarla portò allo scontro dell'Aspromonte, dove lo stesso Garibaldi rimase ferito.
Nota importante: Il pareggio di bilancio rappresentò una priorità assoluta per la Destra storica. Per ottenerlo, il governo vendette terreni pubblici ai privati e introdusse tasse sui beni di prima necessità come la farina, colpendo duramente le classi popolari. Contemporaneamente, si procedette all'unificazione monetaria (lira) e linguistica (italiano).