Pittura e Scultura Egizia: L'Arte dell'Eternità
L'arte egizia aveva regole ferree che non cambiarono mai! La pittura seguiva il canone del reticolo: ogni figura umana in piedi aveva 18 quadratini 3pertesta−collo,10perspalla−ginocchio,5perartiinferiori.
Le figure erano sempre bidimensionali e gerarchiche piuˋimportante=piuˋgrande, con busto e occhi frontali ma volto, gambe e piedi di profilo. I colori: bruno-rosso per gli uomini, ocra-giallo per le donne, ottenuti da terre e minerali mescolati con acqua e albume.
Nella "Scena in palude" di Nebamon vediamo tutti questi elementi: il faraone caccia su una barca con moglie e figlia, i pesci simboleggiano rigenerazione, tutto serve per il passaggio nell'aldilà.
La scultura doveva reincarnare l'anima del defunto! Ricavata da un unico blocco di pietra, sempre con visione frontale. La Statua di Zoser è sintetica e essenziale, mentre Micerino e moglie mostrano l'evoluzione verso forme più raffinate. Il Busto di Nefertiti rappresenta il periodo di "umanizzazione" con tratti più naturali.
Chiave di lettura: Ogni elemento aveva un significato simbolico - non era decorazione ma "istruzioni" per l'aldilà!