Il dopoguerra e l'ascesa del fascismo
Dopo la Prima Guerra Mondiale, il mondo era diviso in due: l'Europa viveva una crisi economica e sociale, mentre l'America godeva di un boom economico grazie alla vendita di armi e ai prestiti concessi all'Europa.
In Italia, i partiti politici si mostrarono incapaci di risolvere i problemi. Il Partito Liberale perdeva consensi, mentre nasceva il Partito Popolare Italiano di Luigi Sturzo. L'Italia non aveva ottenuto tutti i territori promessi nel Patto di Londra, creando malcontento.
Un episodio significativo fu l'occupazione di Fiume nel 1919, quando Gabriele D'Annunzio, con reduci e truppe regolari, prese possesso della città istituendo un governo provvisorio. Nonostante l'entusiasmo popolare, il governo italiano si oppose, creando una complicata disputa diplomatica.
Cruciale! Il "Biennio Rosso" (1919-1920) fu caratterizzato da intense proteste di operai e contadini che chiedevano aumenti salariali e migliori contratti. Queste agitazioni alimentarono nella borghesia il timore di una rivoluzione come quella russa, favorendo la nascita della dittatura fascista.
Benito Mussolini fondò nel 1919 i "Fasci Italiani di Combattimento", movimento nazionalista e anticapitalista. Lo squadrismo fascista, con le "camicie nere", effettuava pestaggi e spedizioni punitive contro gli oppositori. Nel 1921, il fascismo divenne un vero partito politico, presentandosi come difensore dell'ordine e della dignità nazionale.
La Marcia su Roma del 1922 fu l'evento che portò Mussolini al potere. Nonostante la mitologia fascista la celebri come una rivoluzione, in realtà Mussolini godeva già dell'appoggio di molti potenti, incluso il re Vittorio Emanuele III, che lo incaricò di formare il governo.
Inizialmente, Mussolini formò un governo di coalizione mantenendo apparentemente libertà di stampa e partiti, ma continuò a sostenere gli squadristi. Fondò il Grande Consiglio del Fascismo e trasformò le squadre in Milizia volontaria per la sicurezza.
Nel 1924, fece votare la legge Acerbo che garantiva la maggioranza parlamentare al partito vincitore. Le elezioni furono segnate da violenze, appoggi politici e brogli. Il deputato socialista Giacomo Matteotti denunciò questi brogli e fu assassinato, scatenando l'Aventino, l'abbandono della Camera da parte dell'opposizione. Questo però non ebbe le conseguenze sperate e con il discorso del 3 gennaio 1925, Mussolini preannunciò la dittatura.