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Storia

27 nov 2025

3659

17 pagine

La Storia dall'Inizio del '900 alla Guerra Fredda: Eventi Chiave

B

Benedetta Perrina @enedettaerrina_tmzk

L'inizio del 900 è stato un periodo di profondi cambiamenti politici e sociali che hanno trasformato radicalmente l'Europa... Mostra di più

INIZIO 900¹
SITUAZIONE FINE 800
I principali dibattiti avvenivano sui limiti del potere dello Stato e i diritti dei cittadini,
soprattutto i

La situazione all'inizio del Novecento

Il Novecento si apre con intensi dibattiti politici sui limiti del potere statale e sui diritti dei lavoratori, che vivevano in condizioni di miseria dopo la rivoluzione industriale. Le principali correnti politiche avevano visioni contrastanti

I conservatori temevano che gli scioperi potessero causare disordine sociale e chiedevano l'intervento dello Stato, opponendosi all'istruzione di massa per preservare i privilegi delle classi più potenti.

I liberali esaltavano la libertà individuale e chiedevano che lo Stato non intervenisse nell'economia, sostenendo che solo la libera concorrenza dovesse regolare il mercato.

I socialisti ritenevano necessarie lotte e proteste per creare una società più giusta, mentre la Chiesa condannava sia il socialismo che il libero mercato, invitando alla collaborazione pacifica.

Attenzione! Il nazionalismo, diffusosi già nella prima metà dell'800, si trasformò in un'ideologia di guerra che ebbe un ruolo centrale nel primo conflitto mondiale, assumendo forme diverse e pericolose nei vari paesi europei.

La Belle Époque portò un periodo di apparente benessere e progresso tecnologico. Le nuove invenzioni come il telefono, il motore a scoppio, il cinema e la lampadina trasformarono la vita quotidiana, mentre la medicina faceva progressi contro malattie come la malaria. Tuttavia, questa società di massa si rivelò facilmente influenzabile da ideologie pericolose come il nazionalismo e il razzismo.

In Italia, tra il 1901 e il 1914, Giovanni Giolitti dominò la scena politica. Durante la sua amministrazione, il Partito Socialista Italiano si divise tra riformisti guidati da Filippo Turati, che sostenevano un cambiamento graduale, e massimalisti guidati da Benito Mussolini, che volevano la rivoluzione.

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L'età giolittiana

Le politiche di Giolitti trasformarono profondamente l'Italia attraverso importanti riforme sia interne che esterne. Sul fronte interno, introdusse

  • Tutele del lavoro (innalzando l'età minima a 12 anni e introducendo il riposo settimanale)
  • Statalizzazione delle ferrovie
  • Suffragio universale maschile per avvicinare alle istituzioni socialisti e cattolici
  • Assicurazioni sulla vita con la creazione dell'INA
  • Leggi speciali per il Mezzogiorno (che però non ebbero il successo sperato)

In politica estera, Giolitti riprese l'espansione coloniale per aumentare il prestigio internazionale dell'Italia, assecondare gli interessi industriali (in particolare del Banco di Roma) e rispondere alla richiesta popolare di nuove terre per dare lavoro ai migranti. Nel 1911 dichiarò guerra alla Turchia per conquistare la Libia, ottenendola nel 1912 con il Trattato di Losanna. La Libia, però, si rivelò essere uno "Scatolone di Sabbia" che portò più spese che opportunità.

Lo sapevi? Giolitti viene ricordato come il politico dal "doppio volto" democratico e progressista al Nord, corrotto e conservatore al Sud.

Con il Nord, Giolitti si mostrò aperto e democratico, favorendo lo sviluppo industriale soprattutto nei settori automobilistico e tessile, creando il famoso "triangolo industriale" (Milano, Torino e Genova). Adottò una politica protezionistica con dazi doganali per favorire le industrie italiane.

Con il Sud, invece, si dimostrò corrotto e conservatore. Il Mezzogiorno, ancora basato sull'agricoltura, fu sfavorito dai dazi doganali che ostacolavano l'esportazione di materie prime. Queste condizioni pietose portarono a una forte emigrazione che, paradossalmente, portò ricchezza attraverso le rimesse inviate dagli emigrati.

Per ottenere l'appoggio dei cattolici, Giolitti permise l'insegnamento della religione nelle scuole pubbliche e firmò il patto Gentiloni. Dopo la guerra in Libia, però, il suo governo si indebolì e nel 1914 si dimise, lasciando il posto a Salandra, un conservatore che non seguì il suo esempio durante le manifestazioni e contribuì a creare quel clima di tensione che portò l'Italia verso la Prima Guerra Mondiale.

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La Prima Guerra Mondiale

La Prima Guerra Mondiale scoppiò per una combinazione di cause politiche (la Francia voleva rivendicare l'Alsazia e la Lorena, tensioni nei Balcani tra Austria e Russia, rivendicazioni territoriali italiane) e cause economiche (rivalità commerciale tra Inghilterra e Germania, espansionismo coloniale).

Il mondo si trovò diviso in due schieramenti la Triplice Alleanza (Italia, Austria e Germania) e la Triplice Intesa (Francia, Inghilterra e Russia). L'assassinio dell'arciduca Francesco Ferdinando nel giugno 1914 da parte di un nazionalista serbo fu la scintilla che innescò il conflitto. L'Austria inviò un ultimatum alla Serbia che, non essendo accettato, portò alla dichiarazione di guerra il 28 luglio.

Importante! Quella che sembrava una guerra locale tra Austria e Serbia si trasformò rapidamente in un conflitto mondiale con l'entrata in gioco delle alleanze. L'Italia, inizialmente, rimase neutrale.

La guerra si sviluppò in diverse fasi

  1. Primi scontri La Germania, passando per il Belgio neutrale, arrivò in Francia ma fu fermata lungo il fiume Marna, dove morirono 500.000 soldati. Questo stallo trasformò il conflitto da guerra di movimento in guerra di posizione con l'uso delle trincee.

  2. Dibattito italiano In Italia si formarono due fazioni

    • I neutralisti, la maggioranza della popolazione e del Parlamento, contrari alla guerra
    • Gli interventisti, principalmente di destra e alcuni gruppi di sinistra, favorevoli all'entrata in guerra
  3. Il Patto di Londra Nell'aprile 1915, nonostante l'opposizione della maggioranza parlamentare, il governo firmò segretamente il Patto di Londra impegnandosi a entrare in guerra con l'Intesa. In cambio, l'Italia avrebbe ottenuto il Trentino, l'Alto Adige, la Venezia Giulia e parte dell'Istria e della Dalmazia. Nel maggio 1915, l'Italia dichiarò guerra all'Austria.

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Lo svolgimento della Grande Guerra

L'Italia non era pronta al conflitto. Il comandante Luigi Cadorna impose una durissima disciplina e strategie militari ormai superate. Attaccò l'Austria lungo l'Isonzo e sul Carso, ma senza successo. Nel 1916, gli austriaci occuparono Asiago, ma gli italiani resistettero. Grazie alla pressione russa sull'altro fronte, Cadorna lanciò una controffensiva che liberò Gorizia.

Sugli altri fronti, i tedeschi occuparono zone industriali francesi e belghe, mentre la Russia subì una pesante sconfitta nel 1916. La Gran Bretagna attuò un blocco navale contro la Germania, dando inizio a una guerra marina tra le due potenze.

Il 1917 segnò una svolta decisiva

  • L'America entrò in guerra dopo che i sottomarini tedeschi colpirono navi di rifornimento americane
  • La Russia, scossa dalla rivoluzione, uscì dal conflitto, permettendo alla Germania di conquistare Polonia e Paesi baltici

Da ricordare! La disfatta di Caporetto rappresentò un momento drammatico per l'Italia. Le truppe austro-tedesche penetrarono profondamente nel territorio italiano, costringendo l'esercito a ritirarsi fino al fiume Piave.

Cadorna fu sostituito da Armando Diaz, che organizzò una nuova linea difensiva sul Piave, bloccando definitivamente gli austriaci. Intanto, in Italia, la popolazione civile soffriva gravemente per la fame e le dure condizioni di vita, provocando proteste e scioperi.

Nell'ottobre 1918, l'Austria fu definitivamente sconfitta dall'Italia nella battaglia di Vittorio Veneto e costretta alla ritirata. Il 3 novembre venne firmato l'armistizio che sancì la vittoria italiana. In Austria e a Berlino i sovrani abdicarono e furono proclamate repubbliche. I nuovi governi chiesero la pace.

Nel gennaio 1919, i paesi vincitori si riunirono a Parigi per la Conferenza della Pace. Il presidente americano Wilson aveva presentato 14 punti per la convivenza pacifica, che però non furono seguiti. Francia, Inghilterra e Italia avevano obiettivi contrastanti, e quest'ultima si sentì tradita quando non ottenne tutti i territori promessi, dando origine al mito della "Vittoria Mutilata".

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La Rivoluzione Russa

L'Impero russo era una monarchia assoluta caratterizzata da arretratezza nelle campagne e industrializzazione limitata ad alcune città. Due movimenti politici si contrapponevano

Il movimento populista rifiutava l'industrializzazione, sosteneva il terrorismo come metodo di lotta e voleva creare una società agricola.

Il movimento socialista (partito operaio socialdemocratico) era diviso tra

  • Menscevichi favorevoli a riforme graduali in collaborazione con la borghesia
  • Bolscevichi (guidati da Lenin) sostenitori di una rivoluzione per creare una società comunista senza classi sociali e senza proprietà privata

La situazione precipitò nel 1915 con l'entrata in guerra della Russia, che causò

  • Diminuzione della produzione di grano
  • Aumento dei prezzi
  • Ondate di scioperi

Momento cruciale! Nel febbraio 1917, operai e soldati protestarono a Pietroburgo per il pane e la pace, costringendo lo zar Nicola II ad abdicare. Nacque una repubblica con due poteri paralleli il governo provvisorio (favorevole alla guerra) e i soviet di operai e soldati (che volevano la pace).

Il 4 aprile, Lenin indicò gli obiettivi rivoluzionari nelle Tesi di Aprile. Il 24 ottobre, i bolscevichi organizzarono la guardia rossa e occuparono Pietroburgo, conquistando il giorno dopo il Palazzo d'Inverno.

Lo zar e la sua famiglia furono giustiziati nel luglio 1918, scatenando una guerra civile tra armate bianche (fedeli allo zar) e armate rosse. L'Intesa, preoccupata dalla diffusione del comunismo, inviò truppe per aiutare i controrivoluzionari, ma nel 1920 vinsero le armate rosse. Nel 1922 nacque l'URSS (Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche).

Per risolvere la crisi economica, nel 1921 Lenin ideò la NEP (Nuova Politica Economica), che dava più spazio all'iniziativa privata e permetteva ai contadini di tenere parte del raccolto. Questa politica aumentò la produzione agricola e fece tornare quella industriale ai livelli pre-guerra.

Con la morte di Lenin nel 1924, si aprì una lotta per la successione tra Stalin e Trotzkij. Stalin, definito "pericoloso" dallo stesso Lenin per il suo eccessivo potere, ebbe la meglio e trasformò l'URSS in una potenza industriale a scapito dell'agricoltura, abolendo la NEP e creando aziende collettive (kolchoz e sovchoz), ma instaurando anche un regime di terrore con i gulag.

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Il dopoguerra e l'ascesa del fascismo

Dopo la Prima Guerra Mondiale, il mondo era diviso in due l'Europa viveva una crisi economica e sociale, mentre l'America godeva di un boom economico grazie alla vendita di armi e ai prestiti concessi all'Europa.

In Italia, i partiti politici si mostrarono incapaci di risolvere i problemi. Il Partito Liberale perdeva consensi, mentre nasceva il Partito Popolare Italiano di Luigi Sturzo. L'Italia non aveva ottenuto tutti i territori promessi nel Patto di Londra, creando malcontento.

Un episodio significativo fu l'occupazione di Fiume nel 1919, quando Gabriele D'Annunzio, con reduci e truppe regolari, prese possesso della città istituendo un governo provvisorio. Nonostante l'entusiasmo popolare, il governo italiano si oppose, creando una complicata disputa diplomatica.

Cruciale! Il "Biennio Rosso" (1919-1920) fu caratterizzato da intense proteste di operai e contadini che chiedevano aumenti salariali e migliori contratti. Queste agitazioni alimentarono nella borghesia il timore di una rivoluzione come quella russa, favorendo la nascita della dittatura fascista.

Benito Mussolini fondò nel 1919 i "Fasci Italiani di Combattimento", movimento nazionalista e anticapitalista. Lo squadrismo fascista, con le "camicie nere", effettuava pestaggi e spedizioni punitive contro gli oppositori. Nel 1921, il fascismo divenne un vero partito politico, presentandosi come difensore dell'ordine e della dignità nazionale.

La Marcia su Roma del 1922 fu l'evento che portò Mussolini al potere. Nonostante la mitologia fascista la celebri come una rivoluzione, in realtà Mussolini godeva già dell'appoggio di molti potenti, incluso il re Vittorio Emanuele III, che lo incaricò di formare il governo.

Inizialmente, Mussolini formò un governo di coalizione mantenendo apparentemente libertà di stampa e partiti, ma continuò a sostenere gli squadristi. Fondò il Grande Consiglio del Fascismo e trasformò le squadre in Milizia volontaria per la sicurezza.

Nel 1924, fece votare la legge Acerbo che garantiva la maggioranza parlamentare al partito vincitore. Le elezioni furono segnate da violenze, appoggi politici e brogli. Il deputato socialista Giacomo Matteotti denunciò questi brogli e fu assassinato, scatenando l'Aventino, l'abbandono della Camera da parte dell'opposizione. Questo però non ebbe le conseguenze sperate e con il discorso del 3 gennaio 1925, Mussolini preannunciò la dittatura.

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La crisi del '29 e i regimi totalitari

Alla fine degli anni '20, il mondo sembrava aver superato i traumi della Grande Guerra. Gli Stati Uniti vivevano un periodo di grande prosperità con aumento della produzione industriale e diffusione dei consumi di massa.

Ma il 24 ottobre 1929, il "giovedì nero", la Borsa di New York crollò improvvisamente. La crisi si propagò rapidamente all'intero sistema economico i risparmiatori persero i loro investimenti, le banche entrarono in difficoltà, le aziende chiusero o ridimensionarono la produzione, licenziando lavoratori. La disoccupazione raggiunse i 15 milioni, colpendo soprattutto donne, neri e immigrati.

Rifletti! La Grande Crisi rivelò che il sistema capitalista produceva in quantità superiore rispetto all'effettivo potere d'acquisto, creando un circolo vizioso di depressione economica.

Nel 1932, il nuovo presidente americano Franklin Roosevelt lanciò il "New Deal", un grande programma di investimenti federali per

  • Creare nuova occupazione
  • Distribuire salari
  • Mettere i cittadini in condizione di acquistare beni
  • Stimolare la produzione

In Germania, la crisi favorì l'ascesa del nazismo. Il partito nazista di Adolf Hitler si distingueva per

  • Un'apparente legalità
  • Un'organizzazione paramilitare violenta (SA e SS)
  • Una propaganda efficace attraverso i nuovi media
  • Il carisma del leader

Nel febbraio 1933, l'incendio del Reichstag (probabilmente appiccato dagli stessi nazisti) diede a Hitler il pretesto per perseguitare i comunisti. Nelle elezioni di marzo, i nazisti ottennero il 44,9% dei voti, garantendo a Hitler la maggioranza assoluta in Parlamento. Il 23 marzo iniziò la dittatura.

Hitler instaurò una politica di forte dirigismo con due obiettivi principali

  • Raggiungere un alto livello di occupazione per ottenere consenso
  • Sviluppare una rapida politica di riarmo in preparazione alla guerra

La persecuzione degli ebrei culminò nella "Notte dei cristalli" 910novembre19389-10 novembre 1938, quando 200 sinagoghe furono incendiate, 91 ebrei assassinati e migliaia di negozi saccheggiati. Questo evento segnò il passaggio dalla discriminazione civile alla persecuzione di massa, che avrebbe portato alla Shoah, il genocidio degli ebrei, con i campi di concentramento e poi di sterminio.

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La Seconda Guerra Mondiale origini e inizio

La Seconda Guerra Mondiale ha radici nella sconfitta della Germania nella Prima Guerra Mondiale. I trattati di pace avevano sottratto numerosi territori alla Germania e le avevano proibito di armarsi, suscitando sentimenti di odio e rivincita tra i tedeschi. Hitler mirava a una Germania dominatrice dell'Europa, obiettivo raggiungibile solo con la guerra.

Nel 1939, l'Italia fascista si allineò alla politica aggressiva della Germania con il Patto d'Acciaio, che impegnava le due potenze a fornirsi reciproco aiuto. Per invadere la Polonia senza interferenze sovietiche, Hitler firmò con l'URSS un patto di non aggressione che prevedeva la spartizione della Polonia e definiva le rispettive aree d'influenza.

Il 1° settembre 1939, la Germania attaccò la Polonia, provocando la dichiarazione di guerra di Francia e Gran Bretagna. Stati Uniti e Giappone rimasero inizialmente neutrali, mentre l'URSS occupò la parte orientale della Polonia.

Punto di svolta! Nonostante il Patto d'Acciaio, l'Italia non entrò subito in guerra, dichiarando la "non belligeranza". Solo con il crollo della Francia, Mussolini pensò che la guerra si sarebbe risolta rapidamente a favore dei tedeschi e il 10 giugno 1940 entrò in guerra.

Sul fronte orientale, la Germania occupò Lituania, Lettonia, Estonia, Danimarca e Norvegia, mentre l'URSS attaccò la Finlandia. Sul fronte occidentale, dopo un periodo di stallo chiamato "strana guerra", nel maggio 1940 Hitler attaccò a sorpresa la Francia, occupando rapidamente il nord e raggiungendo Parigi. Il 22 giugno fu firmato l'armistizio che divise la Francia in una zona settentrionale occupata dai tedeschi e una meridionale con il governo collaborazionista di Vichy.

L'Italia dimostrò subito la sua debolezza militare. Nell'estate 1940 attaccò gli inglesi in Africa e la Grecia, ma fu respinta subendo gravi perdite. Solo con l'aiuto tedesco riuscì a riprendere le conquiste.

Intanto, la battaglia d'Inghilterra vide la RAF (Royal Air Force) infliggere pesanti perdite ai bombardieri tedeschi, costringendo Hitler a rinunciare all'invasione della Gran Bretagna. La guerra non sarebbe stata "lampo" come sperato. Nel settembre 1940, il Giappone si unì a Germania e Italia nel Patto Tripartito.

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La guerra diventa mondiale

Nel 1941 la guerra assunse dimensioni globali. La Germania fu costretta a intervenire in Nord Africa e nei Balcani per sostenere l'Italia in difficoltà. Contemporaneamente, Hitler decise di rompere il patto con l'URSS e invaderla, seguendo il piano Barbarossa. Le motivazioni erano molteplici l'URSS era comunista, i popoli slavi erano considerati inferiori e il territorio russo era ricco di materie prime essenziali per continuare la guerra. L'Italia partecipò a questa invasione, ma alla fine dell'inverno l'avanzata si fermò a causa del rigido inverno russo.

Il Giappone, dopo aver firmato il Patto Tripartito con Italia e Germania, strinse anche un patto di neutralità con l'URSS. La sua politica espansionistica lo portò a occupare l'Indocina francese, provocando la reazione degli Stati Uniti che imposero un blocco delle esportazioni. Il 7 dicembre 1941, i giapponesi attaccarono la flotta americana a Pearl Harbor, nelle isole Hawaii.

Svolta decisiva! L'entrata in guerra degli Stati Uniti nel 1941 cambiò radicalmente gli equilibri del conflitto, portando risorse economiche e militari enormi a favore degli Alleati.

Il 1942-43 segnò la svolta del conflitto

  • Nel Pacifico, dopo iniziali vittorie giapponesi, gli Stati Uniti ottennero importanti successi
  • In Africa, il generale Montgomery sconfisse Rommel nella battaglia di El Alamein
  • In Russia, i sovietici vinsero la cruciale battaglia di Stalingrado, costringendo i tedeschi alla resa nel febbraio 1943
  • Il 10 luglio 1943, gli Alleati sbarcarono in Sicilia, accolti dalla popolazione come liberatori

Lo sbarco in Sicilia accelerò la crisi del fascismo. Nella notte tra il 24 e il 25 luglio, Mussolini fu messo in minoranza nel Gran Consiglio del fascismo e arrestato per ordine del re. Pietro Badoglio, nuovo primo ministro, firmò l'armistizio con gli Alleati. Nel caos che ne seguì, il re e Badoglio fuggirono a Brindisi, i tedeschi occuparono l'Italia centro-settentrionale e Mussolini, liberato dai tedeschi, instaurò la Repubblica di Salò.

L'Italia si trovò divisa in due il centro-nord governato dalla Repubblica di Salò e il sud sotto il Regno d'Italia appoggiato dagli Alleati. Iniziò così la Resistenza italiana, con la formazione del Comitato di Liberazione Nazionale (CLN) che coordinava l'azione dei partigiani contro i nazifascisti.

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La conclusione del conflitto e il dopoguerra

Nel 1945 la Germania si trovò stretta tra due fronti ad ovest gli anglo-americani, ad est i sovietici. Il 25 aprile 1945, le avanguardie americane incontrarono quelle sovietiche mentre l'Italia veniva liberata dai tedeschi in ritirata. Il 30 aprile Hitler si suicidò e il suo successore firmò a maggio la resa senza condizioni.

In Giappone, il nuovo presidente americano Truman decise di usare la bomba atomica su Hiroshima e Nagasaki nell'agosto 1945 per dimostrare la superiorità degli Stati Uniti. Con le due città rase al suolo, il Giappone firmò la resa senza condizioni a settembre 1945.

L'Europa uscì dalla guerra in condizioni disastrose

  • L'economia aveva subito danni incalcolabili
  • L'agricoltura era in ginocchio e i beni alimentari razionati
  • Si sviluppò un fiorente mercato nero

Da ricordare! Il 24 giugno 1945 venne fondata l'ONU (Organizzazione delle Nazioni Unite) con sede a New York, come luogo di accordo e discussione internazionale.

Lo statuto dell'ONU esprimeva due concezioni diverse

  • L'aspetto utopistico (principi di libertà e uguaglianza fra le nazioni)
  • L'aspetto realistico (necessità di un direttorio per governare il mondo)

La Conferenza di pace di Parigi nel 1946 stabilì

  • La divisione della Germania e di Berlino in quattro zone
  • Perdite territoriali per l'Italia (Briga, Tenda, Moncenisio, Istria)
  • La perdita delle colonie giapponesi
  • L'espansione dell'influenza sovietica in Europa orientale

Intanto in Italia, il 2 e 3 giugno 1946 si tenne il referendum istituzionale che segnò la nascita della Repubblica Italiana. Per la prima volta votarono anche le donne. L'Assemblea Costituente elesse Enrico De Nicola capo provvisorio dello Stato e completò la stesura della Costituzione, che entrò in vigore il 1° gennaio 1948.

La guerra lasciò il mondo diviso in due blocchi contrapposti quello occidentale guidato dagli Stati Uniti (caratterizzato da democrazia liberale ed economia di mercato) e quello orientale guidato dall'URSS (caratterizzato da totalitarismo ed economia pianificata). Questa divisione, simboleggiata dal Muro di Berlino costruito nel 1961, diede inizio alla Guerra Fredda, uno scontro ideologico, diplomatico ed economico che sarebbe durato fino alla caduta del muro stesso nel 1989.

Pensavamo che non l'avreste mai chiesto....

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La situazione all'inizio del Novecento

Il Novecento si apre con intensi dibattiti politici sui limiti del potere statale e sui diritti dei lavoratori, che vivevano in condizioni di miseria dopo la rivoluzione industriale. Le principali correnti politiche avevano visioni contrastanti:

I conservatori temevano che gli scioperi potessero causare disordine sociale e chiedevano l'intervento dello Stato, opponendosi all'istruzione di massa per preservare i privilegi delle classi più potenti.

I liberali esaltavano la libertà individuale e chiedevano che lo Stato non intervenisse nell'economia, sostenendo che solo la libera concorrenza dovesse regolare il mercato.

I socialisti ritenevano necessarie lotte e proteste per creare una società più giusta, mentre la Chiesa condannava sia il socialismo che il libero mercato, invitando alla collaborazione pacifica.

Attenzione! Il nazionalismo, diffusosi già nella prima metà dell'800, si trasformò in un'ideologia di guerra che ebbe un ruolo centrale nel primo conflitto mondiale, assumendo forme diverse e pericolose nei vari paesi europei.

La Belle Époque portò un periodo di apparente benessere e progresso tecnologico. Le nuove invenzioni come il telefono, il motore a scoppio, il cinema e la lampadina trasformarono la vita quotidiana, mentre la medicina faceva progressi contro malattie come la malaria. Tuttavia, questa società di massa si rivelò facilmente influenzabile da ideologie pericolose come il nazionalismo e il razzismo.

In Italia, tra il 1901 e il 1914, Giovanni Giolitti dominò la scena politica. Durante la sua amministrazione, il Partito Socialista Italiano si divise tra riformisti guidati da Filippo Turati, che sostenevano un cambiamento graduale, e massimalisti guidati da Benito Mussolini, che volevano la rivoluzione.

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L'età giolittiana

Le politiche di Giolitti trasformarono profondamente l'Italia attraverso importanti riforme sia interne che esterne. Sul fronte interno, introdusse:

  • Tutele del lavoro (innalzando l'età minima a 12 anni e introducendo il riposo settimanale)
  • Statalizzazione delle ferrovie
  • Suffragio universale maschile per avvicinare alle istituzioni socialisti e cattolici
  • Assicurazioni sulla vita con la creazione dell'INA
  • Leggi speciali per il Mezzogiorno (che però non ebbero il successo sperato)

In politica estera, Giolitti riprese l'espansione coloniale per aumentare il prestigio internazionale dell'Italia, assecondare gli interessi industriali (in particolare del Banco di Roma) e rispondere alla richiesta popolare di nuove terre per dare lavoro ai migranti. Nel 1911 dichiarò guerra alla Turchia per conquistare la Libia, ottenendola nel 1912 con il Trattato di Losanna. La Libia, però, si rivelò essere uno "Scatolone di Sabbia" che portò più spese che opportunità.

Lo sapevi? Giolitti viene ricordato come il politico dal "doppio volto": democratico e progressista al Nord, corrotto e conservatore al Sud.

Con il Nord, Giolitti si mostrò aperto e democratico, favorendo lo sviluppo industriale soprattutto nei settori automobilistico e tessile, creando il famoso "triangolo industriale" (Milano, Torino e Genova). Adottò una politica protezionistica con dazi doganali per favorire le industrie italiane.

Con il Sud, invece, si dimostrò corrotto e conservatore. Il Mezzogiorno, ancora basato sull'agricoltura, fu sfavorito dai dazi doganali che ostacolavano l'esportazione di materie prime. Queste condizioni pietose portarono a una forte emigrazione che, paradossalmente, portò ricchezza attraverso le rimesse inviate dagli emigrati.

Per ottenere l'appoggio dei cattolici, Giolitti permise l'insegnamento della religione nelle scuole pubbliche e firmò il patto Gentiloni. Dopo la guerra in Libia, però, il suo governo si indebolì e nel 1914 si dimise, lasciando il posto a Salandra, un conservatore che non seguì il suo esempio durante le manifestazioni e contribuì a creare quel clima di tensione che portò l'Italia verso la Prima Guerra Mondiale.

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La Prima Guerra Mondiale

La Prima Guerra Mondiale scoppiò per una combinazione di cause politiche (la Francia voleva rivendicare l'Alsazia e la Lorena, tensioni nei Balcani tra Austria e Russia, rivendicazioni territoriali italiane) e cause economiche (rivalità commerciale tra Inghilterra e Germania, espansionismo coloniale).

Il mondo si trovò diviso in due schieramenti: la Triplice Alleanza (Italia, Austria e Germania) e la Triplice Intesa (Francia, Inghilterra e Russia). L'assassinio dell'arciduca Francesco Ferdinando nel giugno 1914 da parte di un nazionalista serbo fu la scintilla che innescò il conflitto. L'Austria inviò un ultimatum alla Serbia che, non essendo accettato, portò alla dichiarazione di guerra il 28 luglio.

Importante! Quella che sembrava una guerra locale tra Austria e Serbia si trasformò rapidamente in un conflitto mondiale con l'entrata in gioco delle alleanze. L'Italia, inizialmente, rimase neutrale.

La guerra si sviluppò in diverse fasi:

  1. Primi scontri: La Germania, passando per il Belgio neutrale, arrivò in Francia ma fu fermata lungo il fiume Marna, dove morirono 500.000 soldati. Questo stallo trasformò il conflitto da guerra di movimento in guerra di posizione con l'uso delle trincee.

  2. Dibattito italiano: In Italia si formarono due fazioni:

    • I neutralisti, la maggioranza della popolazione e del Parlamento, contrari alla guerra
    • Gli interventisti, principalmente di destra e alcuni gruppi di sinistra, favorevoli all'entrata in guerra
  3. Il Patto di Londra: Nell'aprile 1915, nonostante l'opposizione della maggioranza parlamentare, il governo firmò segretamente il Patto di Londra impegnandosi a entrare in guerra con l'Intesa. In cambio, l'Italia avrebbe ottenuto il Trentino, l'Alto Adige, la Venezia Giulia e parte dell'Istria e della Dalmazia. Nel maggio 1915, l'Italia dichiarò guerra all'Austria.

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Lo svolgimento della Grande Guerra

L'Italia non era pronta al conflitto. Il comandante Luigi Cadorna impose una durissima disciplina e strategie militari ormai superate. Attaccò l'Austria lungo l'Isonzo e sul Carso, ma senza successo. Nel 1916, gli austriaci occuparono Asiago, ma gli italiani resistettero. Grazie alla pressione russa sull'altro fronte, Cadorna lanciò una controffensiva che liberò Gorizia.

Sugli altri fronti, i tedeschi occuparono zone industriali francesi e belghe, mentre la Russia subì una pesante sconfitta nel 1916. La Gran Bretagna attuò un blocco navale contro la Germania, dando inizio a una guerra marina tra le due potenze.

Il 1917 segnò una svolta decisiva:

  • L'America entrò in guerra dopo che i sottomarini tedeschi colpirono navi di rifornimento americane
  • La Russia, scossa dalla rivoluzione, uscì dal conflitto, permettendo alla Germania di conquistare Polonia e Paesi baltici

Da ricordare! La disfatta di Caporetto rappresentò un momento drammatico per l'Italia. Le truppe austro-tedesche penetrarono profondamente nel territorio italiano, costringendo l'esercito a ritirarsi fino al fiume Piave.

Cadorna fu sostituito da Armando Diaz, che organizzò una nuova linea difensiva sul Piave, bloccando definitivamente gli austriaci. Intanto, in Italia, la popolazione civile soffriva gravemente per la fame e le dure condizioni di vita, provocando proteste e scioperi.

Nell'ottobre 1918, l'Austria fu definitivamente sconfitta dall'Italia nella battaglia di Vittorio Veneto e costretta alla ritirata. Il 3 novembre venne firmato l'armistizio che sancì la vittoria italiana. In Austria e a Berlino i sovrani abdicarono e furono proclamate repubbliche. I nuovi governi chiesero la pace.

Nel gennaio 1919, i paesi vincitori si riunirono a Parigi per la Conferenza della Pace. Il presidente americano Wilson aveva presentato 14 punti per la convivenza pacifica, che però non furono seguiti. Francia, Inghilterra e Italia avevano obiettivi contrastanti, e quest'ultima si sentì tradita quando non ottenne tutti i territori promessi, dando origine al mito della "Vittoria Mutilata".

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La Rivoluzione Russa

L'Impero russo era una monarchia assoluta caratterizzata da arretratezza nelle campagne e industrializzazione limitata ad alcune città. Due movimenti politici si contrapponevano:

Il movimento populista rifiutava l'industrializzazione, sosteneva il terrorismo come metodo di lotta e voleva creare una società agricola.

Il movimento socialista (partito operaio socialdemocratico) era diviso tra:

  • Menscevichi: favorevoli a riforme graduali in collaborazione con la borghesia
  • Bolscevichi (guidati da Lenin): sostenitori di una rivoluzione per creare una società comunista senza classi sociali e senza proprietà privata

La situazione precipitò nel 1915 con l'entrata in guerra della Russia, che causò:

  • Diminuzione della produzione di grano
  • Aumento dei prezzi
  • Ondate di scioperi

Momento cruciale! Nel febbraio 1917, operai e soldati protestarono a Pietroburgo per il pane e la pace, costringendo lo zar Nicola II ad abdicare. Nacque una repubblica con due poteri paralleli: il governo provvisorio (favorevole alla guerra) e i soviet di operai e soldati (che volevano la pace).

Il 4 aprile, Lenin indicò gli obiettivi rivoluzionari nelle Tesi di Aprile. Il 24 ottobre, i bolscevichi organizzarono la guardia rossa e occuparono Pietroburgo, conquistando il giorno dopo il Palazzo d'Inverno.

Lo zar e la sua famiglia furono giustiziati nel luglio 1918, scatenando una guerra civile tra armate bianche (fedeli allo zar) e armate rosse. L'Intesa, preoccupata dalla diffusione del comunismo, inviò truppe per aiutare i controrivoluzionari, ma nel 1920 vinsero le armate rosse. Nel 1922 nacque l'URSS (Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche).

Per risolvere la crisi economica, nel 1921 Lenin ideò la NEP (Nuova Politica Economica), che dava più spazio all'iniziativa privata e permetteva ai contadini di tenere parte del raccolto. Questa politica aumentò la produzione agricola e fece tornare quella industriale ai livelli pre-guerra.

Con la morte di Lenin nel 1924, si aprì una lotta per la successione tra Stalin e Trotzkij. Stalin, definito "pericoloso" dallo stesso Lenin per il suo eccessivo potere, ebbe la meglio e trasformò l'URSS in una potenza industriale a scapito dell'agricoltura, abolendo la NEP e creando aziende collettive (kolchoz e sovchoz), ma instaurando anche un regime di terrore con i gulag.

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Il dopoguerra e l'ascesa del fascismo

Dopo la Prima Guerra Mondiale, il mondo era diviso in due: l'Europa viveva una crisi economica e sociale, mentre l'America godeva di un boom economico grazie alla vendita di armi e ai prestiti concessi all'Europa.

In Italia, i partiti politici si mostrarono incapaci di risolvere i problemi. Il Partito Liberale perdeva consensi, mentre nasceva il Partito Popolare Italiano di Luigi Sturzo. L'Italia non aveva ottenuto tutti i territori promessi nel Patto di Londra, creando malcontento.

Un episodio significativo fu l'occupazione di Fiume nel 1919, quando Gabriele D'Annunzio, con reduci e truppe regolari, prese possesso della città istituendo un governo provvisorio. Nonostante l'entusiasmo popolare, il governo italiano si oppose, creando una complicata disputa diplomatica.

Cruciale! Il "Biennio Rosso" (1919-1920) fu caratterizzato da intense proteste di operai e contadini che chiedevano aumenti salariali e migliori contratti. Queste agitazioni alimentarono nella borghesia il timore di una rivoluzione come quella russa, favorendo la nascita della dittatura fascista.

Benito Mussolini fondò nel 1919 i "Fasci Italiani di Combattimento", movimento nazionalista e anticapitalista. Lo squadrismo fascista, con le "camicie nere", effettuava pestaggi e spedizioni punitive contro gli oppositori. Nel 1921, il fascismo divenne un vero partito politico, presentandosi come difensore dell'ordine e della dignità nazionale.

La Marcia su Roma del 1922 fu l'evento che portò Mussolini al potere. Nonostante la mitologia fascista la celebri come una rivoluzione, in realtà Mussolini godeva già dell'appoggio di molti potenti, incluso il re Vittorio Emanuele III, che lo incaricò di formare il governo.

Inizialmente, Mussolini formò un governo di coalizione mantenendo apparentemente libertà di stampa e partiti, ma continuò a sostenere gli squadristi. Fondò il Grande Consiglio del Fascismo e trasformò le squadre in Milizia volontaria per la sicurezza.

Nel 1924, fece votare la legge Acerbo che garantiva la maggioranza parlamentare al partito vincitore. Le elezioni furono segnate da violenze, appoggi politici e brogli. Il deputato socialista Giacomo Matteotti denunciò questi brogli e fu assassinato, scatenando l'Aventino, l'abbandono della Camera da parte dell'opposizione. Questo però non ebbe le conseguenze sperate e con il discorso del 3 gennaio 1925, Mussolini preannunciò la dittatura.

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La crisi del '29 e i regimi totalitari

Alla fine degli anni '20, il mondo sembrava aver superato i traumi della Grande Guerra. Gli Stati Uniti vivevano un periodo di grande prosperità con aumento della produzione industriale e diffusione dei consumi di massa.

Ma il 24 ottobre 1929, il "giovedì nero", la Borsa di New York crollò improvvisamente. La crisi si propagò rapidamente all'intero sistema economico: i risparmiatori persero i loro investimenti, le banche entrarono in difficoltà, le aziende chiusero o ridimensionarono la produzione, licenziando lavoratori. La disoccupazione raggiunse i 15 milioni, colpendo soprattutto donne, neri e immigrati.

Rifletti! La Grande Crisi rivelò che il sistema capitalista produceva in quantità superiore rispetto all'effettivo potere d'acquisto, creando un circolo vizioso di depressione economica.

Nel 1932, il nuovo presidente americano Franklin Roosevelt lanciò il "New Deal", un grande programma di investimenti federali per:

  • Creare nuova occupazione
  • Distribuire salari
  • Mettere i cittadini in condizione di acquistare beni
  • Stimolare la produzione

In Germania, la crisi favorì l'ascesa del nazismo. Il partito nazista di Adolf Hitler si distingueva per:

  • Un'apparente legalità
  • Un'organizzazione paramilitare violenta (SA e SS)
  • Una propaganda efficace attraverso i nuovi media
  • Il carisma del leader

Nel febbraio 1933, l'incendio del Reichstag (probabilmente appiccato dagli stessi nazisti) diede a Hitler il pretesto per perseguitare i comunisti. Nelle elezioni di marzo, i nazisti ottennero il 44,9% dei voti, garantendo a Hitler la maggioranza assoluta in Parlamento. Il 23 marzo iniziò la dittatura.

Hitler instaurò una politica di forte dirigismo con due obiettivi principali:

  • Raggiungere un alto livello di occupazione per ottenere consenso
  • Sviluppare una rapida politica di riarmo in preparazione alla guerra

La persecuzione degli ebrei culminò nella "Notte dei cristalli" 910novembre19389-10 novembre 1938, quando 200 sinagoghe furono incendiate, 91 ebrei assassinati e migliaia di negozi saccheggiati. Questo evento segnò il passaggio dalla discriminazione civile alla persecuzione di massa, che avrebbe portato alla Shoah, il genocidio degli ebrei, con i campi di concentramento e poi di sterminio.

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La Seconda Guerra Mondiale: origini e inizio

La Seconda Guerra Mondiale ha radici nella sconfitta della Germania nella Prima Guerra Mondiale. I trattati di pace avevano sottratto numerosi territori alla Germania e le avevano proibito di armarsi, suscitando sentimenti di odio e rivincita tra i tedeschi. Hitler mirava a una Germania dominatrice dell'Europa, obiettivo raggiungibile solo con la guerra.

Nel 1939, l'Italia fascista si allineò alla politica aggressiva della Germania con il Patto d'Acciaio, che impegnava le due potenze a fornirsi reciproco aiuto. Per invadere la Polonia senza interferenze sovietiche, Hitler firmò con l'URSS un patto di non aggressione che prevedeva la spartizione della Polonia e definiva le rispettive aree d'influenza.

Il 1° settembre 1939, la Germania attaccò la Polonia, provocando la dichiarazione di guerra di Francia e Gran Bretagna. Stati Uniti e Giappone rimasero inizialmente neutrali, mentre l'URSS occupò la parte orientale della Polonia.

Punto di svolta! Nonostante il Patto d'Acciaio, l'Italia non entrò subito in guerra, dichiarando la "non belligeranza". Solo con il crollo della Francia, Mussolini pensò che la guerra si sarebbe risolta rapidamente a favore dei tedeschi e il 10 giugno 1940 entrò in guerra.

Sul fronte orientale, la Germania occupò Lituania, Lettonia, Estonia, Danimarca e Norvegia, mentre l'URSS attaccò la Finlandia. Sul fronte occidentale, dopo un periodo di stallo chiamato "strana guerra", nel maggio 1940 Hitler attaccò a sorpresa la Francia, occupando rapidamente il nord e raggiungendo Parigi. Il 22 giugno fu firmato l'armistizio che divise la Francia in una zona settentrionale occupata dai tedeschi e una meridionale con il governo collaborazionista di Vichy.

L'Italia dimostrò subito la sua debolezza militare. Nell'estate 1940 attaccò gli inglesi in Africa e la Grecia, ma fu respinta subendo gravi perdite. Solo con l'aiuto tedesco riuscì a riprendere le conquiste.

Intanto, la battaglia d'Inghilterra vide la RAF (Royal Air Force) infliggere pesanti perdite ai bombardieri tedeschi, costringendo Hitler a rinunciare all'invasione della Gran Bretagna. La guerra non sarebbe stata "lampo" come sperato. Nel settembre 1940, il Giappone si unì a Germania e Italia nel Patto Tripartito.

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La guerra diventa mondiale

Nel 1941 la guerra assunse dimensioni globali. La Germania fu costretta a intervenire in Nord Africa e nei Balcani per sostenere l'Italia in difficoltà. Contemporaneamente, Hitler decise di rompere il patto con l'URSS e invaderla, seguendo il piano Barbarossa. Le motivazioni erano molteplici: l'URSS era comunista, i popoli slavi erano considerati inferiori e il territorio russo era ricco di materie prime essenziali per continuare la guerra. L'Italia partecipò a questa invasione, ma alla fine dell'inverno l'avanzata si fermò a causa del rigido inverno russo.

Il Giappone, dopo aver firmato il Patto Tripartito con Italia e Germania, strinse anche un patto di neutralità con l'URSS. La sua politica espansionistica lo portò a occupare l'Indocina francese, provocando la reazione degli Stati Uniti che imposero un blocco delle esportazioni. Il 7 dicembre 1941, i giapponesi attaccarono la flotta americana a Pearl Harbor, nelle isole Hawaii.

Svolta decisiva! L'entrata in guerra degli Stati Uniti nel 1941 cambiò radicalmente gli equilibri del conflitto, portando risorse economiche e militari enormi a favore degli Alleati.

Il 1942-43 segnò la svolta del conflitto:

  • Nel Pacifico, dopo iniziali vittorie giapponesi, gli Stati Uniti ottennero importanti successi
  • In Africa, il generale Montgomery sconfisse Rommel nella battaglia di El Alamein
  • In Russia, i sovietici vinsero la cruciale battaglia di Stalingrado, costringendo i tedeschi alla resa nel febbraio 1943
  • Il 10 luglio 1943, gli Alleati sbarcarono in Sicilia, accolti dalla popolazione come liberatori

Lo sbarco in Sicilia accelerò la crisi del fascismo. Nella notte tra il 24 e il 25 luglio, Mussolini fu messo in minoranza nel Gran Consiglio del fascismo e arrestato per ordine del re. Pietro Badoglio, nuovo primo ministro, firmò l'armistizio con gli Alleati. Nel caos che ne seguì, il re e Badoglio fuggirono a Brindisi, i tedeschi occuparono l'Italia centro-settentrionale e Mussolini, liberato dai tedeschi, instaurò la Repubblica di Salò.

L'Italia si trovò divisa in due: il centro-nord governato dalla Repubblica di Salò e il sud sotto il Regno d'Italia appoggiato dagli Alleati. Iniziò così la Resistenza italiana, con la formazione del Comitato di Liberazione Nazionale (CLN) che coordinava l'azione dei partigiani contro i nazifascisti.

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La conclusione del conflitto e il dopoguerra

Nel 1945 la Germania si trovò stretta tra due fronti: ad ovest gli anglo-americani, ad est i sovietici. Il 25 aprile 1945, le avanguardie americane incontrarono quelle sovietiche mentre l'Italia veniva liberata dai tedeschi in ritirata. Il 30 aprile Hitler si suicidò e il suo successore firmò a maggio la resa senza condizioni.

In Giappone, il nuovo presidente americano Truman decise di usare la bomba atomica su Hiroshima e Nagasaki nell'agosto 1945 per dimostrare la superiorità degli Stati Uniti. Con le due città rase al suolo, il Giappone firmò la resa senza condizioni a settembre 1945.

L'Europa uscì dalla guerra in condizioni disastrose:

  • L'economia aveva subito danni incalcolabili
  • L'agricoltura era in ginocchio e i beni alimentari razionati
  • Si sviluppò un fiorente mercato nero

Da ricordare! Il 24 giugno 1945 venne fondata l'ONU (Organizzazione delle Nazioni Unite) con sede a New York, come luogo di accordo e discussione internazionale.

Lo statuto dell'ONU esprimeva due concezioni diverse:

  • L'aspetto utopistico (principi di libertà e uguaglianza fra le nazioni)
  • L'aspetto realistico (necessità di un direttorio per governare il mondo)

La Conferenza di pace di Parigi nel 1946 stabilì:

  • La divisione della Germania e di Berlino in quattro zone
  • Perdite territoriali per l'Italia (Briga, Tenda, Moncenisio, Istria)
  • La perdita delle colonie giapponesi
  • L'espansione dell'influenza sovietica in Europa orientale

Intanto in Italia, il 2 e 3 giugno 1946 si tenne il referendum istituzionale che segnò la nascita della Repubblica Italiana. Per la prima volta votarono anche le donne. L'Assemblea Costituente elesse Enrico De Nicola capo provvisorio dello Stato e completò la stesura della Costituzione, che entrò in vigore il 1° gennaio 1948.

La guerra lasciò il mondo diviso in due blocchi contrapposti: quello occidentale guidato dagli Stati Uniti (caratterizzato da democrazia liberale ed economia di mercato) e quello orientale guidato dall'URSS (caratterizzato da totalitarismo ed economia pianificata). Questa divisione, simboleggiata dal Muro di Berlino costruito nel 1961, diede inizio alla Guerra Fredda, uno scontro ideologico, diplomatico ed economico che sarebbe durato fino alla caduta del muro stesso nel 1989.

Pensavamo che non l'avreste mai chiesto....

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Greenlight Bonnie

utente Android

Knowunity è un applicazione fantastica,considerando che ha degli schemi veramente molto carini e sfiziosi e che ci sono dei quiz,oltre al fatto che questa cosa dell intelligenza artificiale "school gpt" è almeno per me molto utile, perché a differenza di Chatgpt ti da le spiegazioni, ti spiega ciò che non è chiaro! Posso studiare più velocemente tramite gli schemi e che posso pubblicare io stessa gli schemi è una funzione utilissima per gli altri studenti. Knowunity è PERFETTA

Aurora

utente Android

L’app funziona benissimo e puoi trovare qualsiasi tipo di informazione. Non ho l’abbonamento ma la parte gratuita è sufficiente per uno studio approfondito.

Martina

utente iOS

in questi ultimi mesi di scuola dove il tempo è ormai poco, mi sta aiutando molto perché piuttosto che farmi io gli schemi su quello che leggo sul libro guardo questi già fatti e li uso come ripasso piuttosto che rileggermi tutto il libro

Chiara

utente IOS

Questa app è una delle migliori, nient’altro da dire.

Andrea

utente iOS