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Conferenza di Teheran: Cosa si Decide tra Churchill, Roosevelt e Stalin

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Conferenza di Teheran: Cosa si Decide tra Churchill, Roosevelt e Stalin
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La Conferenza di Teheran del 1943 rappresentò un momento cruciale della Seconda Guerra Mondiale, quando i tre principali leader alleati - Churchill, Roosevelt e Stalin - si incontrarono per la prima volta per coordinare le strategie militari contro la Germania nazista. Durante questo storico incontro, i "Tre Grandi" presero decisioni fondamentali che avrebbero influenzato non solo l'esito del conflitto ma anche gli equilibri del dopoguerra.

Le principali decisioni riguardarono l'apertura del secondo fronte in Francia (Operazione Overlord), il coordinamento con l'offensiva sovietica sul fronte orientale e il futuro assetto dell'Europa post-bellica. In particolare, venne discusso il destino della Jugoslavia, dove i partigiani jugoslavi guidati da Tito stavano conducendo una strenua resistenza contro l'occupazione italiana (1941-1943) e tedesca. La situazione nei Balcani era particolarmente complessa, con l'Italia che aveva occupato parte del territorio jugoslavo durante la Campagna dei Balcani e i soldati italiani che si trovarono in una situazione difficile dopo l'armistizio dell'8 settembre 1943.

Le conseguenze della Conferenza di Teheran si intrecciarono con quelle delle successive Conferenze di Yalta e Potsdam, definendo il nuovo ordine mondiale del dopoguerra. La Jugoslavia dopo la seconda guerra mondiale emerse come stato federale sotto la guida di Tito, mentre i morti in Jugoslavia durante il conflitto furono numerosissimi. Il paese divenne un importante attore nella Guerra Fredda, mantenendo una posizione di non allineamento tra i blocchi occidentale e sovietico. Le tensioni con l'Italia continuarono nel dopoguerra, sfociando nella Guerra Italia Jugoslavia del 1953, principalmente per questioni territoriali e il destino di Trieste.

7/5/2023

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apprestava a trascorrere un inverno lungo e tragico segnato dalla fame e dai continui
bombardamenti
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la guerra Si rista

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La Conferenza di Teheran e le Decisioni Cruciali della Seconda Guerra Mondiale

Durante la Conferenza di Teheran, tenutasi nel 1943, i tre grandi leader alleati - Churchill, Roosevelt e Stalin - si riunirono per prendere decisioni fondamentali sul proseguimento della guerra. L'incontro segnò un momento decisivo per le sorti del conflitto, con i leader che pianificarono l'apertura del secondo fronte in Francia e discussero il futuro assetto dell'Europa post-bellica.

Evidenziazione: La Conferenza di Teheran fu il primo incontro che vide riuniti tutti e tre i principali leader alleati, segnando l'inizio di una cooperazione strategica decisiva.

Le conseguenze della Conferenza di Teheran furono di vasta portata. Stalin ottenne il riconoscimento delle conquiste sovietiche nei Paesi Baltici e in Polonia, mentre gli Alleati occidentali si assicurarono l'impegno sovietico per una grande offensiva sul fronte orientale. La conferenza pose anche le basi per l'Operazione Overlord, lo sbarco in Normandia che avrebbe aperto il secondo fronte contro la Germania nazista.

La situazione in Italia era particolarmente critica, con il paese diviso e la popolazione che affrontava un inverno segnato da fame e bombardamenti. La Conferenza di Teheran influenzò anche le decisioni riguardanti l'Italia, stabilendo che gli Alleati avrebbero concentrato i loro sforzi principali sul fronte francese piuttosto che su quello italiano.

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L'Occupazione dei Balcani e la Resistenza Jugoslava

La campagna nei Balcani rappresentò un capitolo cruciale della guerra. Gli italiani in Jugoslavia seconda guerra mondiale si trovarono coinvolti in una situazione complessa, caratterizzata da un'occupazione difficile e dalla crescente resistenza partigiana. L'occupazione italiana Jugoslavia 41 '43 vide l'impiego di numerose divisioni dell'esercito italiano, ma dovette confrontarsi con la forte resistenza dei partigiani jugoslavi.

Definizione: I partigiani jugoslavi erano combattenti della resistenza guidati da Josip Broz Tito, che combattevano sia contro gli occupanti che per l'instaurazione di un nuovo ordine politico.

I morti Jugoslavia seconda guerra mondiale furono numerosissimi, con perdite significative sia tra i militari che tra i civili. La guerra Italia Jugoslavia si caratterizzò per la sua particolare brutalità e per il coinvolgimento di diverse fazioni in lotta tra loro.

La Jugoslavia dopo la seconda guerra mondiale emerse profondamente trasformata, con l'ascesa al potere di Tito e l'instaurazione di un regime comunista indipendente da Mosca.

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Le Conferenze Alleate e il Nuovo Ordine Mondiale

Le Conferenze seconda guerra mondiale segnarono momenti cruciali nella definizione degli equilibri post-bellici. La sequenza delle Conferenze di Teheran, Yalta e Potsdam delineò progressivamente il nuovo ordine mondiale che sarebbe emerso dalla guerra.

Vocabolario: Le conferenze interalleate furono incontri al vertice tra i leader delle principali potenze alleate per coordinare gli sforzi bellici e pianificare il dopoguerra.

Le Conferenza di Yalta conseguenze furono particolarmente significative per l'assetto europeo del dopoguerra. Si stabilì la divisione della Germania in zone di occupazione, si definirono le sfere di influenza in Europa orientale e si pianificò l'ingresso dell'URSS nella guerra contro il Giappone.

La serie di conferenze culminò con Potsdam, dove si presero le decisioni definitive sul destino della Germania sconfitta e si gettarono le basi per il nuovo ordine bipolare che avrebbe caratterizzato i decenni successivi.

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La Campagna dei Balcani e il Ruolo dell'Italia

La Campagna dei Balcani seconda guerra mondiale rappresentò un teatro operativo di grande importanza strategica. I soldati italiani Jugoslavia 1943 si trovarono ad affrontare una situazione sempre più difficile, culminata con l'armistizio dell'8 settembre che li lasciò privi di direttive chiare.

Esempio: Molti soldati italiani, dopo l'8 settembre 1943, scelsero di unirsi ai partigiani jugoslavi, mentre altri furono catturati dai tedeschi e deportati.

L'esperienza dei militari italiani nei Balcani fu segnata da grandi difficoltà logistiche, dalla guerriglia partigiana e da un territorio impervio che rendeva complesse le operazioni militari. La ritirata italiana dopo l'armistizio causò ulteriori perdite e sofferenze.

La fine della guerra nei Balcani vide l'emergere della Jugoslavia di Tito come potenza regionale, mentre l'Italia dovette affrontare le conseguenze della sconfitta, inclusa la perdita di territori e le complesse questioni dei confini orientali.

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La Guerra Fredda e la Divisione dell'Europa

La fine della Seconda Guerra Mondiale segnò l'inizio di un periodo di profonda divisione tra Churchill, Roosevelt e Stalin. L'Europa si trovò divisa in due blocchi contrapposti: quello occidentale guidato dagli Stati Uniti e quello orientale sotto il controllo dell'Unione Sovietica. Questa contrapposizione, nota come Guerra Fredda, caratterizzò profondamente il secondo dopoguerra.

Definizione: La Guerra Fredda fu un periodo di forte tensione internazionale tra il blocco occidentale capitalista e quello orientale comunista, senza mai sfociare in un conflitto armato diretto.

Nel blocco occidentale si affermarono sistemi democratici basati sull'economia di mercato e sulla proprietà privata. Gli Stati Uniti sostennero la ricostruzione europea attraverso il Piano Marshall, un massiccio programma di aiuti economici che mirava a stabilizzare politicamente ed economicamente l'Europa occidentale. Contemporaneamente, nei paesi dell'Est europeo si instaurarono regimi comunisti sul modello sovietico, con l'eccezione della Jugoslavia dopo la seconda guerra mondiale, che scelse una via autonoma al socialismo.

La tensione tra i due blocchi raggiunse il suo apice con la questione di Berlino. La città, divisa in settori di occupazione, divenne il simbolo della Guerra Fredda quando i sovietici tentarono di isolare Berlino Ovest con un blocco totale dei rifornimenti. La risposta occidentale fu il ponte aereo che rifornì la città per quasi un anno, dimostrando la determinazione americana nel contenere l'espansione sovietica.

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La Ricostruzione dell'Europa del Dopoguerra

La ricostruzione dell'Europa seguì due modelli distinti, riflettendo la divisione ideologica della Guerra Fredda. Nell'Europa occidentale si sviluppò il welfare state, un sistema di protezione sociale ispirato al Piano Beveridge britannico. Gli stati intervennero attivamente nell'economia per garantire giustizia sociale e benessere diffuso.

Esempio: Il welfare state europeo includeva assistenza sanitaria universale, istruzione pubblica, pensioni e sussidi di disoccupazione.

Nell'Europa orientale, l'URSS impose il proprio modello di sviluppo attraverso il Comecon, organizzando un'economia pianificata centralmente. La proprietà privata venne abolita e tutte le risorse furono indirizzate verso l'industrializzazione forzata. Gli stati satellite dovettero adeguarsi alle direttive sovietiche, sacrificando gli interessi nazionali a favore del socialismo internazionale.

La Germania divenne il simbolo di questa divisione con la creazione di due stati separati: la Repubblica Federale Tedesca (RFT) a ovest e la Repubblica Democratica Tedesca (RDT) a est. La RFT, grazie agli aiuti americani e a una politica di economia sociale di mercato, avviò quello che sarebbe stato chiamato il "miracolo economico tedesco".

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L'Italia nella Seconda Guerra Mondiale

La situazione dell'Italia nella Seconda Guerra Mondiale cambiò drasticamente dopo lo sbarco alleato in Sicilia nel luglio 1943. La caduta del fascismo e l'armistizio dell'8 settembre crearono una situazione di caos nel paese. Il re e Badoglio fuggirono a Brindisi, lasciando l'esercito senza ordini precisi.

Evidenziazione: Gli Italiani in Jugoslavia seconda guerra mondiale si trovarono in una situazione particolarmente difficile dopo l'armistizio, dovendo scegliere tra l'adesione alla Repubblica di Salò o la resistenza.

La liberazione di Mussolini da parte dei tedeschi e la creazione della Repubblica Sociale Italiana segnarono l'inizio di una guerra civile. I partigiani jugoslavi e italiani combatterono contro l'occupazione nazifascista, mentre altri italiani rimasero fedeli alla Repubblica di Salò. La resistenza assunse un duplice carattere: lotta di liberazione nazionale e guerra civile tra italiani.

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Le Conseguenze Globali della Guerra Fredda

La Guerra Fredda ebbe ripercussioni ben oltre i confini europei. Negli Stati Uniti, il periodo del maccartismo portò a una vera e propria caccia alle streghe contro presunti simpatizzanti comunisti. In Asia, la vittoria dei comunisti in Cina nel 1949 e la successiva Guerra di Corea acuirono le tensioni internazionali.

Citazione: "Due modi di vita alternativi: uno fondato sul rispetto delle libertà, l'altro sul totalitarismo" - Presidente Truman, 1947

La divisione del mondo in sfere d'influenza portò alla creazione di alleanze militari come la NATO per il blocco occidentale. La corsa agli armamenti nucleari intensificò ulteriormente la tensione tra le superpotenze. In questo contesto, le Conferenze seconda guerra mondiale come quelle di Teheran, Yalta e Potsdam assunsero un'importanza fondamentale nel definire gli equilibri del dopoguerra.

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La Guerra Fredda e le Trasformazioni Globali nel Dopoguerra

La corsa agli armamenti tra le superpotenze ha segnato profondamente il periodo della Guerra Fredda, in particolare dopo la Guerra di Corea. Gli Stati Uniti e l'Unione Sovietica si sono impegnati in una competizione tecnologica e militare senza precedenti, culminata con lo sviluppo della bomba all'idrogeno. Questo ha portato all'affermazione del principio della deterrenza nucleare, una strategia che ha caratterizzato le relazioni internazionali per decenni.

Definizione: La deterrenza nucleare è la strategia militare basata sulla minaccia di una rappresaglia nucleare per prevenire un attacco nemico.

Il Giappone emerge come nuovo protagonista sulla scena mondiale dopo la fine dell'occupazione americana. La trasformazione del paese in una monarchia parlamentare nel 1947 e le riforme economiche promosse dagli Stati Uniti hanno posto le basi per il "miracolo economico" giapponese, portando il paese a diventare la terza potenza economica mondiale.

La riorganizzazione delle alleanze militari ha visto l'espansione della NATO con l'ingresso di Grecia e Turchia, seguito dalla Germania Occidentale. In risposta, l'URSS ha consolidato il proprio blocco attraverso il Patto di Varsavia nel 1955, creando una struttura militare unificata per i paesi dell'Europa orientale.

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La Destalinizzazione e le Rivolte nel Blocco Orientale

La morte di Stalin nel 1953 ha segnato l'inizio di una nuova fase nelle relazioni internazionali. Sotto la leadership di Krusciov, l'URSS ha avviato il processo di destalinizzazione, promuovendo una politica di "coesistenza pacifica" con l'Occidente.

Evidenziazione: Il processo di destalinizzazione ha rappresentato il primo tentativo di riforma del sistema sovietico, anche se rimasto largamente incompiuto.

Le speranze di maggiore autonomia nei paesi satelliti dell'URSS hanno portato a significativi sviluppi in Polonia, dove è stato concesso un limitato processo di liberalizzazione. Tuttavia, la situazione è precipitata drammaticamente in Ungheria, dove nel 1956 una rivolta popolare ha tentato di riformare il sistema politico e uscire dal Patto di Varsavia. La risposta sovietica è stata drastica, con l'invasione militare che ha represso nel sangue le aspirazioni di libertà del popolo ungherese.

La repressione della rivolta ungherese ha dimostrato i limiti della destalinizzazione e la determinazione sovietica a mantenere il controllo sui paesi del blocco orientale, nonostante le apparenti aperture di Krusciov verso una maggiore liberalizzazione.

Esempio: La rivolta ungherese del 1956 rappresenta uno dei primi tentativi di resistenza all'egemonia sovietica nell'Europa orientale, anticipando la Primavera di Praga del 1968.

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La Conferenza di Teheran del 1943 rappresentò un momento cruciale della Seconda Guerra Mondiale, quando i tre principali leader alleati - Churchill, Roosevelt e Stalin - si incontrarono per la prima volta per coordinare le strategie militari contro la Germania nazista. Durante questo storico incontro, i "Tre Grandi" presero decisioni fondamentali che avrebbero influenzato non solo l'esito del conflitto ma anche gli equilibri del dopoguerra.

Le principali decisioni riguardarono l'apertura del secondo fronte in Francia (Operazione Overlord), il coordinamento con l'offensiva sovietica sul fronte orientale e il futuro assetto dell'Europa post-bellica. In particolare, venne discusso il destino della Jugoslavia, dove i partigiani jugoslavi guidati da Tito stavano conducendo una strenua resistenza contro l'occupazione italiana (1941-1943) e tedesca. La situazione nei Balcani era particolarmente complessa, con l'Italia che aveva occupato parte del territorio jugoslavo durante la Campagna dei Balcani e i soldati italiani che si trovarono in una situazione difficile dopo l'armistizio dell'8 settembre 1943.

Le conseguenze della Conferenza di Teheran si intrecciarono con quelle delle successive Conferenze di Yalta e Potsdam, definendo il nuovo ordine mondiale del dopoguerra. La Jugoslavia dopo la seconda guerra mondiale emerse come stato federale sotto la guida di Tito, mentre i morti in Jugoslavia durante il conflitto furono numerosissimi. Il paese divenne un importante attore nella Guerra Fredda, mantenendo una posizione di non allineamento tra i blocchi occidentale e sovietico. Le tensioni con l'Italia continuarono nel dopoguerra, sfociando nella Guerra Italia Jugoslavia del 1953, principalmente per questioni territoriali e il destino di Trieste.

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La Conferenza di Teheran e le Decisioni Cruciali della Seconda Guerra Mondiale

Durante la Conferenza di Teheran, tenutasi nel 1943, i tre grandi leader alleati - Churchill, Roosevelt e Stalin - si riunirono per prendere decisioni fondamentali sul proseguimento della guerra. L'incontro segnò un momento decisivo per le sorti del conflitto, con i leader che pianificarono l'apertura del secondo fronte in Francia e discussero il futuro assetto dell'Europa post-bellica.

Evidenziazione: La Conferenza di Teheran fu il primo incontro che vide riuniti tutti e tre i principali leader alleati, segnando l'inizio di una cooperazione strategica decisiva.

Le conseguenze della Conferenza di Teheran furono di vasta portata. Stalin ottenne il riconoscimento delle conquiste sovietiche nei Paesi Baltici e in Polonia, mentre gli Alleati occidentali si assicurarono l'impegno sovietico per una grande offensiva sul fronte orientale. La conferenza pose anche le basi per l'Operazione Overlord, lo sbarco in Normandia che avrebbe aperto il secondo fronte contro la Germania nazista.

La situazione in Italia era particolarmente critica, con il paese diviso e la popolazione che affrontava un inverno segnato da fame e bombardamenti. La Conferenza di Teheran influenzò anche le decisioni riguardanti l'Italia, stabilendo che gli Alleati avrebbero concentrato i loro sforzi principali sul fronte francese piuttosto che su quello italiano.

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La campagna nei Balcani rappresentò un capitolo cruciale della guerra. Gli italiani in Jugoslavia seconda guerra mondiale si trovarono coinvolti in una situazione complessa, caratterizzata da un'occupazione difficile e dalla crescente resistenza partigiana. L'occupazione italiana Jugoslavia 41 '43 vide l'impiego di numerose divisioni dell'esercito italiano, ma dovette confrontarsi con la forte resistenza dei partigiani jugoslavi.

Definizione: I partigiani jugoslavi erano combattenti della resistenza guidati da Josip Broz Tito, che combattevano sia contro gli occupanti che per l'instaurazione di un nuovo ordine politico.

I morti Jugoslavia seconda guerra mondiale furono numerosissimi, con perdite significative sia tra i militari che tra i civili. La guerra Italia Jugoslavia si caratterizzò per la sua particolare brutalità e per il coinvolgimento di diverse fazioni in lotta tra loro.

La Jugoslavia dopo la seconda guerra mondiale emerse profondamente trasformata, con l'ascesa al potere di Tito e l'instaurazione di un regime comunista indipendente da Mosca.

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Le Conferenze seconda guerra mondiale segnarono momenti cruciali nella definizione degli equilibri post-bellici. La sequenza delle Conferenze di Teheran, Yalta e Potsdam delineò progressivamente il nuovo ordine mondiale che sarebbe emerso dalla guerra.

Vocabolario: Le conferenze interalleate furono incontri al vertice tra i leader delle principali potenze alleate per coordinare gli sforzi bellici e pianificare il dopoguerra.

Le Conferenza di Yalta conseguenze furono particolarmente significative per l'assetto europeo del dopoguerra. Si stabilì la divisione della Germania in zone di occupazione, si definirono le sfere di influenza in Europa orientale e si pianificò l'ingresso dell'URSS nella guerra contro il Giappone.

La serie di conferenze culminò con Potsdam, dove si presero le decisioni definitive sul destino della Germania sconfitta e si gettarono le basi per il nuovo ordine bipolare che avrebbe caratterizzato i decenni successivi.

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La Campagna dei Balcani seconda guerra mondiale rappresentò un teatro operativo di grande importanza strategica. I soldati italiani Jugoslavia 1943 si trovarono ad affrontare una situazione sempre più difficile, culminata con l'armistizio dell'8 settembre che li lasciò privi di direttive chiare.

Esempio: Molti soldati italiani, dopo l'8 settembre 1943, scelsero di unirsi ai partigiani jugoslavi, mentre altri furono catturati dai tedeschi e deportati.

L'esperienza dei militari italiani nei Balcani fu segnata da grandi difficoltà logistiche, dalla guerriglia partigiana e da un territorio impervio che rendeva complesse le operazioni militari. La ritirata italiana dopo l'armistizio causò ulteriori perdite e sofferenze.

La fine della guerra nei Balcani vide l'emergere della Jugoslavia di Tito come potenza regionale, mentre l'Italia dovette affrontare le conseguenze della sconfitta, inclusa la perdita di territori e le complesse questioni dei confini orientali.

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La fine della Seconda Guerra Mondiale segnò l'inizio di un periodo di profonda divisione tra Churchill, Roosevelt e Stalin. L'Europa si trovò divisa in due blocchi contrapposti: quello occidentale guidato dagli Stati Uniti e quello orientale sotto il controllo dell'Unione Sovietica. Questa contrapposizione, nota come Guerra Fredda, caratterizzò profondamente il secondo dopoguerra.

Definizione: La Guerra Fredda fu un periodo di forte tensione internazionale tra il blocco occidentale capitalista e quello orientale comunista, senza mai sfociare in un conflitto armato diretto.

Nel blocco occidentale si affermarono sistemi democratici basati sull'economia di mercato e sulla proprietà privata. Gli Stati Uniti sostennero la ricostruzione europea attraverso il Piano Marshall, un massiccio programma di aiuti economici che mirava a stabilizzare politicamente ed economicamente l'Europa occidentale. Contemporaneamente, nei paesi dell'Est europeo si instaurarono regimi comunisti sul modello sovietico, con l'eccezione della Jugoslavia dopo la seconda guerra mondiale, che scelse una via autonoma al socialismo.

La tensione tra i due blocchi raggiunse il suo apice con la questione di Berlino. La città, divisa in settori di occupazione, divenne il simbolo della Guerra Fredda quando i sovietici tentarono di isolare Berlino Ovest con un blocco totale dei rifornimenti. La risposta occidentale fu il ponte aereo che rifornì la città per quasi un anno, dimostrando la determinazione americana nel contenere l'espansione sovietica.

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Nell'Europa orientale, l'URSS impose il proprio modello di sviluppo attraverso il Comecon, organizzando un'economia pianificata centralmente. La proprietà privata venne abolita e tutte le risorse furono indirizzate verso l'industrializzazione forzata. Gli stati satellite dovettero adeguarsi alle direttive sovietiche, sacrificando gli interessi nazionali a favore del socialismo internazionale.

La Germania divenne il simbolo di questa divisione con la creazione di due stati separati: la Repubblica Federale Tedesca (RFT) a ovest e la Repubblica Democratica Tedesca (RDT) a est. La RFT, grazie agli aiuti americani e a una politica di economia sociale di mercato, avviò quello che sarebbe stato chiamato il "miracolo economico tedesco".

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La liberazione di Mussolini da parte dei tedeschi e la creazione della Repubblica Sociale Italiana segnarono l'inizio di una guerra civile. I partigiani jugoslavi e italiani combatterono contro l'occupazione nazifascista, mentre altri italiani rimasero fedeli alla Repubblica di Salò. La resistenza assunse un duplice carattere: lotta di liberazione nazionale e guerra civile tra italiani.

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Citazione: "Due modi di vita alternativi: uno fondato sul rispetto delle libertà, l'altro sul totalitarismo" - Presidente Truman, 1947

La divisione del mondo in sfere d'influenza portò alla creazione di alleanze militari come la NATO per il blocco occidentale. La corsa agli armamenti nucleari intensificò ulteriormente la tensione tra le superpotenze. In questo contesto, le Conferenze seconda guerra mondiale come quelle di Teheran, Yalta e Potsdam assunsero un'importanza fondamentale nel definire gli equilibri del dopoguerra.

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La corsa agli armamenti tra le superpotenze ha segnato profondamente il periodo della Guerra Fredda, in particolare dopo la Guerra di Corea. Gli Stati Uniti e l'Unione Sovietica si sono impegnati in una competizione tecnologica e militare senza precedenti, culminata con lo sviluppo della bomba all'idrogeno. Questo ha portato all'affermazione del principio della deterrenza nucleare, una strategia che ha caratterizzato le relazioni internazionali per decenni.

Definizione: La deterrenza nucleare è la strategia militare basata sulla minaccia di una rappresaglia nucleare per prevenire un attacco nemico.

Il Giappone emerge come nuovo protagonista sulla scena mondiale dopo la fine dell'occupazione americana. La trasformazione del paese in una monarchia parlamentare nel 1947 e le riforme economiche promosse dagli Stati Uniti hanno posto le basi per il "miracolo economico" giapponese, portando il paese a diventare la terza potenza economica mondiale.

La riorganizzazione delle alleanze militari ha visto l'espansione della NATO con l'ingresso di Grecia e Turchia, seguito dalla Germania Occidentale. In risposta, l'URSS ha consolidato il proprio blocco attraverso il Patto di Varsavia nel 1955, creando una struttura militare unificata per i paesi dell'Europa orientale.

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La Destalinizzazione e le Rivolte nel Blocco Orientale

La morte di Stalin nel 1953 ha segnato l'inizio di una nuova fase nelle relazioni internazionali. Sotto la leadership di Krusciov, l'URSS ha avviato il processo di destalinizzazione, promuovendo una politica di "coesistenza pacifica" con l'Occidente.

Evidenziazione: Il processo di destalinizzazione ha rappresentato il primo tentativo di riforma del sistema sovietico, anche se rimasto largamente incompiuto.

Le speranze di maggiore autonomia nei paesi satelliti dell'URSS hanno portato a significativi sviluppi in Polonia, dove è stato concesso un limitato processo di liberalizzazione. Tuttavia, la situazione è precipitata drammaticamente in Ungheria, dove nel 1956 una rivolta popolare ha tentato di riformare il sistema politico e uscire dal Patto di Varsavia. La risposta sovietica è stata drastica, con l'invasione militare che ha represso nel sangue le aspirazioni di libertà del popolo ungherese.

La repressione della rivolta ungherese ha dimostrato i limiti della destalinizzazione e la determinazione sovietica a mantenere il controllo sui paesi del blocco orientale, nonostante le apparenti aperture di Krusciov verso una maggiore liberalizzazione.

Esempio: La rivolta ungherese del 1956 rappresenta uno dei primi tentativi di resistenza all'egemonia sovietica nell'Europa orientale, anticipando la Primavera di Praga del 1968.

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