La Conferenza di Teheran del 1943 rappresentò un momento cruciale della Seconda Guerra Mondiale, quando i tre principali leader alleati - Churchill, Roosevelt e Stalin - si incontrarono per la prima volta per coordinare le strategie militari contro la Germania nazista. Durante questo storico incontro, i "Tre Grandi" presero decisioni fondamentali che avrebbero influenzato non solo l'esito del conflitto ma anche gli equilibri del dopoguerra.
Le principali decisioni riguardarono l'apertura del secondo fronte in Francia (Operazione Overlord), il coordinamento con l'offensiva sovietica sul fronte orientale e il futuro assetto dell'Europa post-bellica. In particolare, venne discusso il destino della Jugoslavia, dove i partigiani jugoslavi guidati da Tito stavano conducendo una strenua resistenza contro l'occupazione italiana (1941-1943) e tedesca. La situazione nei Balcani era particolarmente complessa, con l'Italia che aveva occupato parte del territorio jugoslavo durante la Campagna dei Balcani e i soldati italiani che si trovarono in una situazione difficile dopo l'armistizio dell'8 settembre 1943.
Le conseguenze della Conferenza di Teheran si intrecciarono con quelle delle successive Conferenze di Yalta e Potsdam, definendo il nuovo ordine mondiale del dopoguerra. La Jugoslavia dopo la seconda guerra mondiale emerse come stato federale sotto la guida di Tito, mentre i morti in Jugoslavia durante il conflitto furono numerosissimi. Il paese divenne un importante attore nella Guerra Fredda, mantenendo una posizione di non allineamento tra i blocchi occidentale e sovietico. Le tensioni con l'Italia continuarono nel dopoguerra, sfociando nella Guerra Italia Jugoslavia del 1953, principalmente per questioni territoriali e il destino di Trieste.