Il fallimento del processo di pace
Il processo di Oslo mostrò presto i suoi punti deboli. Slittarono i ritiri israeliani, Hamas si fece più intransigente, violenze e provocazioni continuarono. L'accordo "Oslo II" (1995) prevedeva il ritiro dai centri urbani della Cisgiordania, ma il 4 novembre 1995 Rabin fu ucciso da un estremista israeliano.
Tra febbraio e marzo 1996 Hamas scatenò una campagna di violenze con decine di morti. Le elezioni israeliane del giugno 1996 portarono al potere Netanyahu del Likud, aprendo una nuova fase di stallo e aumento degli insediamenti.
Nel luglio 2000 Clinton tentò l'ultimo rilancio a Camp David II con Arafat e Barak, ma fallì. Il 28 settembre 2000 la visita provocatoria di Sharon alla Spianata delle moschee scatenò la Seconda Intifada, molto più violenta della prima.
Per cinque anni Israele fu scosso da attentati continui, mentre condusse operazioni brutali per reprimere il terrorismo palestinese. Nel 2001 Sharon fu eletto primo ministro, inasprendo la risposta militare. Stragi di civili e distruzione delle strutture dell'ANP caratterizzarono questo periodo buio.
Nel 2004 morì Arafat, sostituito da Mahmud Abbas (Abu Mazen). Il livello di scontro non mutò militarmente, ma Hamas acquisì sempre più peso politico, diventando protagonista di operazioni contro Israele.
Punto di non ritorno: La Seconda Intifada (2000-2005) distrusse definitivamente la fiducia reciproca e radicalizzò entrambe le parti.