L'Età Giolittiana e la Questione Sociale
Giolitti cerca di allargare la base del consenso con una politica spregiudicata e pragmatica, venendo accusato di trasformismo e clientelismo. Deve affrontare tre questioni cruciali: sociale, cattolica e meridionale.
Sulla questione sociale, Giolitti garantisce maggiore libertà ai lavoratori e promuove una legislazione assistenziale. Durante gli scioperi del 1901-1902 mantiene il governo neutrale, favorendo la trattativa tra padroni e salariati.
Invita i socialisti al governo, ma Turati rifiuta dovendo scontrarsi nel suo partito contro revisionisti e rivoluzionari. Durante lo sciopero generale del 1904, Giolitti aspetta e poi scioglie le Camere, venendo rieletto a discapito della sinistra radicale.
Grazie al supporto socialista, vara importanti riforme: nazionalizzazione delle ferrovie (1905), conversione della rendita pubblica (1906), monopolio statale sulle assicurazioni con la nascita dell'Istituto nazionale delle assicurazioni (1912).
La politica di conciliazione dura fino al 1912, dimostrando che è possibile un dialogo costruttivo tra governo e movimento operaio.
💡 Strategia vincente: Giolitti capisce che non può contrastare i lavoratori e sceglie la collaborazione invece dello scontro!