L'Italia entra in guerra: neutralisti vs interventisti
In Italia si scatenò un durissimo scontro tra due fazioni. I neutralisti (Giolitti, Chiesa, socialisti moderati) sapevano che a combattere sarebbero stati i poveri e che l'Italia non era pronta militarmente.
Gli interventisti (nazionalisti, futuristi, D'Annunzio, socialisti rivoluzionari come Mussolini) volevano la guerra per motivi diversi: alcuni per conquistare le terre irredente, altri sperando in una rivoluzione interna.
L'Austria promise all'Italia le terre irredente, ma l'Intesa offrì molto di più: Istria, Dalmazia, Savoia, Nizza e le terre irredente. Il 24 maggio 1915 l'Italia entrò in guerra al fianco dell'Intesa.
La guerra fu un disastro. I soldati usavano ancora uniformi vistose dell'Ottocento e tattiche suicide. Nacquero le trincee lungo il Piave e l'Isonzo. Molti soldati non capivano perché combattevano e si diffusero suicidi, diserzioni e il fenomeno della decimazione.
La Croce Rossa (1863) e la Convenzione dell'Aia (1907) tentarono di umanizzare la guerra, ma con scarsi risultati. Si stabilirono regole per proteggere feriti e prigionieri, ma furono spesso ignorate.
Momento toccante: Durante la tregua di Natale 1914, i soldati nemici uscirono dalle trincee per fraternizzare, dimostrando quanto fosse assurda quella guerra.