La Prima Guerra Mondiale ha avuto un profondo impatto economico della guerra 1914-1918 Europa, trasformando radicalmente il panorama sociale ed economico del continente.
L'Europa uscì dal conflitto profondamente indebitata, specialmente verso gli Stati Uniti che erano diventati i principali creditori. Le conseguenze economiche dopoguerra debiti USA furono particolarmente pesanti: i paesi europei si trovarono a dover gestire enormi debiti di guerra mentre cercavano di ricostruire le loro economie devastate. La produzione industriale era crollata, l'inflazione era alle stelle e milioni di soldati tornati dal fronte faticavano a reinserirsi nel mondo del lavoro. Le nazioni sconfitte, in particolare la Germania, dovettero inoltre far fronte a pesanti riparazioni di guerra che ne compromisero ulteriormente la ripresa economica.
Questo clima di difficoltà economica alimentò forti tensioni sociali e politiche Europa post-bellica. I movimenti operai si rafforzarono, chiedendo migliori condizioni di lavoro e salari più alti, mentre le classi medie impoverite dall'inflazione si orientarono verso movimenti nazionalisti e autoritari. In molti paesi si verificarono scioperi e proteste, talvolta sfociati in veri e propri moti rivoluzionari. L'instabilità politica che ne derivò contribuì alla crisi delle istituzioni liberali e all'ascesa di regimi autoritari in diversi stati europei. La società europea del dopoguerra fu caratterizzata da profonde divisioni sociali, dalla perdita di fiducia nelle istituzioni tradizionali e da un diffuso senso di smarrimento e incertezza per il futuro. Questi fattori crearono le condizioni per le successive trasformazioni politiche che avrebbero segnato gli anni '20 e '30 del Novecento.