Le Odi: la perfezione lirica
Con le Odi (pubblicate nel 23 a.C.) Orazio regala alla letteratura latina il suo capolavoro lirico. Dopo sette anni di lavoro, sperimenta metri di vario genere riprendendo la brevitas neoterica con uno stile calibrato ed elegante.
Lo stile delle Odi è raffinato ma accessibile: vocabolario semplice che include anche parole prosaiche, aggettivazione essenziale, uso sapiente di ellissi, costruzioni greche, iperbati ed enjambement. È la perfetta sintesi tra semplicità e raffinatezza.
Orazio si rapporta ai modelli greci (Alceo, Saffo, Pindaro) attraverso l'imitatio: rispetta i canoni compositivi del genere ma aggiunge sempre un contributo personale originale. Usa spesso la tecnica del motto: inizia con una citazione evidente del modello greco, poi procede autonomamente sviluppando un discorso proprio.
Gli argomenti delle Odi spaziano dalla riflessione morale (ricerca dell'equilibrio interiore) alla riflessione filosofica (comportamento giusto) fino alla poesia civile (temi nazionali e propaganda augustea, ma mai semplice propaganda in versi).
Il topos del "primus ego": Orazio si vanta di essere il primo ad aver portato a Roma la poesia di Alceo, affrontando le difficoltà tecniche del trasferimento dei metri dal greco al latino.