I Sepolcri sono un poemetto, definito da Foscolo come un carme, composto da endecasillabi sciolti, sotto forma di epistola poetica indirizzata all'amico Ippolito Pindemonte. La discussione che ha portato alla creazione di questo poemetto è nata a Venezia nel 1806, a seguito dell'editto napoleonico di Saint-Cloud del 1804, che imponeva le sepolture al di fuori dei confini della città. Questo editto aveva suscitato un ampio dibattito in Francia sul significato delle tombe e il loro valore nelle civiltà. Pindemonte, da un punto di vista cristiano, sosteneva il valore della sepoltura, mentre Foscolo, da un punto di vista materialistico, negava l'importanza delle tombe, considerando la morte come la totale distruzione dell'individuo. Tuttavia, nel carme, Foscolo inizialmente ribadisce le tesi materialistiche sulla morte, per poi superarle con altre considerazioni che rivalutano il significato delle tombe.
Superamento del Nichilismo
Nei sepolcri si può scorgere il superamento del nichilismo. Il carme ha al centro il motivo della morte, ma viene superata l'idea, derivante dal materialismo, che essa sia semplicemente un nulla eterno. Anche se Foscolo non vede alternative a quell'idea, le contrappone l'illusione di una sopravvivenza dopo la morte. Questa sopravvivenza è garantita dalla tomba, che conserva il ricordo del defunto presso i vivi. La tomba quindi per Foscolo è il centro degli affetti familiari, ma anche dei valori civili, poiché tramanda la memoria dei grandi uomini e delle loro azioni eroiche, spingendo alla loro imitazione. In questo discorso si inserisce anche il motivo politico, aprendo la prospettiva di un riscatto dell'Italia dalla miseria, grazie alla memoria di un passato di grandezza, mantenuta viva grazie al culto delle tombe.
Struttura e Contenuto
I Sepolcri non sono poesia cimiteriale, ma rappresentano una meditazione filosofica e politica, presentata attraverso figurazioni e miti. La struttura del carme è armonica e vi sono continui passaggi da un tema a un altro, lasciando nell'implicito molti passaggi intermedi. Inoltre, vengono utilizzati toni diversi, utilizzando la prospettiva spazio-temporale per dare al breve carme una suggestione di estrema vastità. Il linguaggio è estremamente elevato e aulico, rimandando alla tradizione della poesia classicheggiante e in particolare al modello di Parini Alfieri. Foscolo stesso, nella risposta alle critiche che gli erano state rivolte da Guillon, divide il suo carme in quattro parti.
Prima Parte: Il Valore Affettivo delle Tombe
Nella prima parte, dai versi 1-90, si riflette sul valore affettivo delle tombe. Il poeta ribadisce le tesi materialistiche e afferma l'inutilità delle tombe, sostenendo che la morte rappresenti la distruzione totale dell'individuo. Tuttavia, pur non essendo capace di proporre alternative razionali, Foscolo sente che quelle idee hanno esaurito la funzione che avevano avuto nell'età illuministica. Così, attraverso l'illusione romantica, la sopravvivenza dopo la morte diviene possibile grazie al ricordo mantenuto dalla tomba, istituendo un rapporto affettivo con i familiari e gli amici.
Seconda Parte: La Funzione Civile delle Tombe
Le tombe sono uno dei fondamentali segni distintivi della civiltà, in quanto intorno ad esse si raccolgono i valori civili, mantenendo vivo il ricordo dei grandi uomini e delle loro azioni eroiche. La tomba diviene così non solo un luogo di affetti familiari, ma anche un messaggio civile per la società.
In conclusione, i Sepolcri di Ugo Foscolo rappresentano non solo una riflessione sul significato delle tombe, ma anche una meditazione sulla vita, la morte, la politica e la società, con la quale Foscolo identifica la sua vita.