Lingua e stile: la musica delle parole
Tasso scrive un poema epico solenne, non piรน cavalleresco come quello di Ariosto, e di conseguenza usa uno stile aulico e magniloquente adatto alla materia trattata. Ogni scelta linguistica รจ pensata per creare il massimo effetto emotivo.
A livello sintattico Tasso predilige periodi lunghi e complessi, ricchi di subordinate (ipotassi). Usa frequentemente l'enjambement, che crea quello che lui stesso chiama "parlar disgiunto": la sintassi si spezza, non coincide con la metrica, creando suspense e pathos.
Il lessico รจ caratterizzato da parole "peregrine" (arcaiche, desuete) e frequenti latinismi. Mario Fubini definisce quella di Tasso la poesia del "non so che": usa termini vaghi e indefiniti (antico, lontano, eterno, infinito) che stimolano l'immaginazione e suscitano emozioni.
A livello retorico abbondano le figure retoriche, anticipando il gusto barocco per la meraviglia. Metafore, similitudini, iperboli si susseguono per stupire e coinvolgere il lettore. ร un manierismo che preannuncia il Barocco.
Caratteristica fonica: Tasso predilige scontri consonantici aspri โstr,โscr che creano effetti di durezza, diversamente dalla dolcezza stilnovistica.
Gli aggettivi sono abbinati ai sostantivi per coinvolgere emotivamente: ogni parola รจ scelta per suscitare sentimenti precisi nel lettore. ร una poesia che vuole prima di tutto commuovere.