Giovan Battista Marino: Il Re del Barocco
Marino (1569-1625) è il prototipo dell'intellettuale secentesco: consapevole del proprio successo, si costruisce un'immagine di personaggio eccentrico e sregolato. La sua vita è un romanzo: carcere per omosessualità, duelli poetici, fuga rocambolesca e trionfi nelle corti europee.
"È del poeta il fin la maraviglia": questo il suo motto. Marino non inventa nulla di nuovo, ma decontestualizza sapientemente immagini e frasi della tradizione, creando effetti sorprendenti. Il suo metodo è quasi scientifico: legge, seleziona, annota e combina materiali diversi.
L'Adone (1623) è il suo capolavoro: un poema mitologico di oltre 40.000 versi che racconta l'amore tra Venere e il pastore Adone. Ovidio ne aveva parlato in 73 versi, Marino ne scrive migliaia! È un'enciclopedia di tutto lo scibile umano: giardini, animali, danze, spettacoli.
L'opera sconcerta i contemporanei: da una parte il virtuosismo strabiliante, dall'altra la totale assenza di una trama coerente. Tutto ruota intorno all'esaltazione dell'amore e al godimento dei sensi.
Eredità: L'Adone influenzerà per secoli l'arte e la letteratura, fornendo un repertorio inesauribile di immagini e suggestioni figurative.