Il Dolce Stil Novo e la Poesia Comico-Realista
Il Dolce Stil Novo nasce nella seconda metà del '200 tra Bologna e Firenze. È Dante stesso a coniare questa definizione nel XXIV canto del Purgatorio, dove incontra Bonagiunta Orbicciani. Ciò che rende "nuovo" questo stile è la fedeltà al "dettato d'amore", ovvero la capacità di trascrivere ciò che Amore ispira nell'interiorità del poeta, usando un linguaggio semplice e raffinato (il fiorentino illustre).
I temi principali sono la donna angelo come mediatrice tra l'uomo e Dio, l'amore che eleva spiritualmente e una nuova concezione di nobiltà d'animo. Guinizzelli, considerato il precursore, nella canzone "Al cor gentile rempaira sempre amore" (manifesto del movimento) esprime questi concetti fondamentali. Cavalcanti, grande amico di Dante, indaga l'amore in maniera quasi scientifica, descrivendolo come passione che disgrega il mondo interiore del poeta attraverso gli "spiriti" (frammenti del cuore dispersi).
💡 Attenzione! Non confondere lo Stil Novo con la poesia precedente: gli stilnovisti vedono l'amore come esperienza spirituale che nobilita, non come servizio feudale alla donna!
In contrapposizione nasce la poesia comico-realista, che rovescia parodisticamente gli ideali stilnovistici per celebrare gli aspetti concreti della realtà: piaceri terreni, vino, gioco e una donna non più angelica ma terrena e spesso infedele. Non si tratta però di poesia popolare, ma di una scelta espressiva consapevole che utilizza un lessico vicino al parlato, con termini dialettali per ottenere immediatezza. Il maggiore esponente è Cecco Angiolieri, autore del famoso sonetto "S'i' fosse fuoco, arderei il mondo", dove alterna toni violenti a conclusioni scherzose.