Emilio Praga e il Preludio della rivoluzione
Emilio Praga è l'esempio perfetto dello scapigliato autentico: nato ricco ma vissuto in povertà per scelta, pittore e poeta, morto giovane per l'abuso di assenzio. La sua vita è stata un manifesto vivente del movimento.
Il suo "Preludio" del 1864 è considerato il vero manifesto della Scapigliatura. In questa poesia Praga attacca duramente la generazione precedente, definendo gli scapigliati "figli di padri ammalati" dal Romanticismo. È una dichiarazione di guerra letteraria!
Nella prima parte del componimento, Praga critica ferocemente Manzoni e la poesia cristiana, annunciando l'era degli "anticristi" letterari. Secondo lui, Cristo è morto una seconda volta, sostituito dal materialismo capitalista.
Punto chiave: Il "Preludio" segna il passaggio dalla letteratura religiosa e romantica a una poesia che celebra il vizio, la noia e la perdizione come nuovi valori estetici.
La seconda parte è ancora più provocatoria: Praga canta la Noia, i sette peccati capitali e la blasfemia, tutto per scioccare il pubblico borghese. Vuole un'arte senza "minio" (trucco), cioè senza censura, che mostri la verità cruda della realtà.