Baudelaire: il poeta maledetto che cambia tutto
Charles Baudelaire (1821-1867) è il poeta che rivoluziona la letteratura europea. Parigino di nascita, vive un rapporto conflittuale con la famiglia dopo la morte del padre. La madre si risposa, ma lui non accetta mai il patrigno.
Diventa il prototipo del dandy: elegante, provocatore, anticonformista. Viaggia verso l'India ma torna presto a Parigi, dove frequenta gli ambienti intellettuali e si lega alla ballerina haitiana Duval, sua musa "esotica e selvaggia".
I Fiori del Male (1857) è la raccolta che scandalizza l'Europa. Il titolo stesso è un ossimoro perfetto: dalla bruttezza e dal male può nascere la bellezza poetica. L'opera viene censurata e sequestrata, ma diventa immortale.
Il tema centrale è lo spleen - la noia esistenziale che tormenta l'uomo moderno. Baudelaire descrive come l'uomo cerchi di fuggire da questa noia attraverso alcol, droga, amori impossibili, ma il risultato è sempre il fallimento.
La città moderna diventa per la prima volta protagonista della poesia. Parigi non è più solo uno sfondo, ma un personaggio vivo che influenza l'animo umano. Le strade, la folla, gli incontri casuali diventano poesia.
La donna è vista in modo ambivalente: può essere Angelo (salvezza) o Demone (perdizione), a seconda dello stato d'animo del poeta.
Genialata baudelairiana: Riesce a trovare bellezza in tutto ciò che la società considera brutto o scandaloso. È il primo poeta davvero "moderno" della storia.