Vita dei Campi e il Manifesto del Verismo
"Vita dei campi" (1880) raccoglie otto novelle che rappresentano la vita nella sua cruda verità. Qui Verga perfeziona tutte le sue tecniche narrative: personaggi colti al grado più primitivo, scomparsa totale dei commenti dell'autore, eventi rappresentati in modo netto.
La Lettera-prefazione all'amante di Gramigna è il vero manifesto teorico del verismo italiano. Verga la scrive a Salvatore Farina per spiegargli il nuovo stile: racconto impersonale, oggettivo, con regressione dell'autore e adesione alla lingua del popolo.
"Rosso Malpelo" è forse la novella più famosa di Verga. Malpelo è un ragazzino con i capelli rossi che lavora in una cava - all'epoca i capelli rossi erano considerati segno di cattiveria per superstizione popolare.
L'unico che lo ama è il padre Mastro Misciu, soprannominato "Bestia". Quando il padre muore schiacciato da un pilastro crollato, Malpelo scava disperatamente a mani nude per salvarlo. Il suo carattere, già difficile, peggiora drasticamente.
L'amicizia con Ranocchio, un ragazzino zoppo, mostra il lato umano di Malpelo: lo picchia per insegnargli a difendersi, ma in realtà se ne prende cura. Quando anche Ranocchio muore, Malpelo rimane completamente solo e scompare esplorando una galleria pericolosa della cava.
Messaggio sociale: Verga denuncia lo sfruttamento del lavoro minorile e mostra come la povertà condanni le persone a un destino senza via d'uscita.