La dinastia Giulio-Claudia
Tiberio 14−37d.C., figlio di Livia (seconda moglie di Augusto), fu il primo successore. Amministratore attento alle spese pubbliche, ridusse gli spettacoli e la distribuzione di grano, rafforzò i confini ma entrò in conflitto con i senatori. Nel 26 d.C. si ritirò a Capri governando tramite lettere, mentre il prefetto del pretorio Seiano tramava per prendere il potere (fu scoperto e giustiziato).
Caligola 37−41d.C., giovane nipote di Tiberio, inizialmente ben voluto, si rivelò presto un tiranno megalomane. Pretendeva di essere venerato come una divinità, sperperò il patrimonio in lussi personali e umiliò il senato (arrivando a nominare senatore il suo cavallo). Fu assassinato da una guardia pretoriana in una congiura organizzata dai senatori e subì la damnatio memoriae (cancellazione di ogni suo ricordo).
Claudio 41−54d.C., zio di Caligola, era un uomo colto ma con problemi fisici (zoppo e balbuziente). Contrariamente alle aspettative, si rivelò un buon imperatore: amministrò bene l'impero, rispettò il senato, costruì opere pubbliche e creò un'efficiente burocrazia. Il suo errore fu dare troppo potere ai liberti imperiali (schiavi liberati). Fu avvelenato dalla moglie Agrippina con funghi nel 54 d.C.
💡 Nerone rappresenta perfettamente come il potere assoluto possa trasformare un giovane promettente in un tiranno spietato: i primi anni del suo regno furono positivi, poi la paranoia e la megalomania presero il sopravvento.
Nerone 54−68d.C., salito al trono a soli 17 anni, ebbe un "quinquennio felice" 54−58d.C. sotto l'influenza di Seneca e Burro. Poi divenne un imperatore spietato: fece uccidere il fratellastro, la madre e molti nobili. Nel 64 d.C., dopo il grande incendio di Roma, incolpò i cristiani iniziando la prima persecuzione. Costruì la sontuosa Domus Aurea mentre aumentava la pressione fiscale nelle province. Dopo una congiura e rivolte nelle province, si suicidò nel 68 d.C., seguito dal caotico "anno dei quattro imperatori" (69 d.C.).