Il Proemio dell'Orlando furioso: tutto in quattro ottave
Sai qual è il bello dell'Orlando furioso? Ariosto ti svela subito le carte nel Proemio, mostrandoti tutti i segreti della sua opera in sole quattro ottave.
Nella prima ottava parte con il botto: "Le donne, i cavallier, l'arme, gli amori..." - boom, ecco il primo filone narrativo sulla guerra contro i Saraceni. Ariosto mescola abilmente il ciclo carolingio (quello di Carlo Magno) con il ciclo bretone (quello di re Artù), creando qualcosa di completamente nuovo. È furbo: riprende i modelli classici come Dante e Virgilio, ma li rende freschi per il suo tempo rinascimentale.
La seconda ottava ci presenta Orlando, ma non come te lo aspetteresti. Attraverso lo straniamento e l'abbassamento, Ariosto ce lo mostra come un uomo comune impazzito d'amore per Angelica. Niente più eroe perfetto: Orlando diventa umano, fragile, quasi ridicolo.
💡 Ricorda: Quando Ariosto si rivolge alla donna amata invece che alle Muse classiche nell'invocazione, sta modernizzando completamente la tradizione epica!
Nelle ultime due ottave arriva la dedica encomiastica a Ippolito d'Este e l'introduzione del terzo filone: la storia d'amore tra Ruggiero e Bradamante, che darà origine alla dinastia estense. L'antifrasi finale è geniale: Ariosto finge di sminuire la sua opera, ma in realtà sta dicendo che la poesia vale più della politica!