La Lirica Trobadorica - I Poeti dell'Amore
Nel sud della Francia, tra l'XI e il XIII secolo, nasce una delle tradizioni poetiche più raffinate del Medioevo: la lirica trobadorica. I trovatori, poeti di corte che scrivevano in lingua d'oc, inventano una nuova forma di poesia dedicata interamente all'amor cortese, chiamato anche fin'amor.
Questi componimenti vengono accompagnati da strumenti musicali e cantati dai giullari nelle corti. La forma più importante è la canzone, strutturata in 4-6 strofe unite da complesse simmetrie metriche. Esiste anche la sestina, dove ricorre sempre il numero 6: sei strofe, sei versi, sei parole in rima.
Il tema centrale è sempre l'amore come servizio: il poeta-amante si pone in posizione inferiore rispetto alla dama, offrendole fedeltà e sottomissione totali. La donna, spesso già sposata, viene chiamata con un nome fittizio (senhal) per proteggerla. È un amore difficile, spesso non corrisposto, che genera dolce sofferenza.
Oltre alle canzoni d'amore, i trovatori creano altri generi: il sirventese (poesia politica), la tenzone (dibattito poetico), l'alba (separazione degli amanti all'alba), la pastorella (cavaliere che corteggia una donna di umili origini). Circa 300 poeti praticano quest'arte, da nobili signori come Guglielmo d'Aquitania a poeti di umili origini.
💡 Influenza duratura: La lirica trobadorica si diffonde in tutta Europa - Spagna, Italia settentrionale e Sicilia - e influenzerà poeti come Dante e Petrarca. Le sue regole d'amore verranno codificate da Andrea Cappellano nel trattato "De amore".