La vita di Ludovico Ariosto
Ariosto rappresenta perfettamente l'intellettuale cortigiano del Rinascimento. Primogenito di 10 figli, quando il padre muore si ritrova capo famiglia in una situazione economica difficile.
Entra al servizio degli Este, duchi di Ferrara, prima sotto Ercole I e poi sotto il Cardinale Ippolito. Svolge tantissimi ruoli: diplomatico, amministratore, maggiordomo, perfino commissario nella Garfagnana (un'esperienza che odia profondamente).
Il momento di svolta arriva quando il Cardinale Ippolito vuole trasferirsi in Ungheria. Ariosto si rifiuta di seguirlo e viene licenziato! Passa quindi al servizio del duca Alfonso, ma il suo sogno è sempre stato dedicarsi completamente alla letteratura.
Curiosità: Ariosto inventa scuse creative per non andare in Ungheria: mal di stomaco per le spezie, clima troppo rigido... ma in realtà è solo stufo della vita di corte!
Le opere minori: liriche, commedie e satire
Prima del "Orlando Furioso", Ariosto scrive molto altro. Le sue liriche riprendono il modello petrarchesco, ma con una grande differenza: l'amore non è più platonico e idealizzato, diventa passionale e sensuale.
Le commedie sono davvero innovative. Inizia imitando i modelli latini con "Cassaria" e "I suppositi", ma poi con "Il Negromante" e "La Lena" inserisce la realtà contemporanea di Ferrara. "La Lena" è particolare: la protagonista è una donna costretta a prostituirsi per sopravvivere, un ritratto crudo della società dell'epoca.
Le satire sono forse il modo migliore per conoscere l'uomo Ariosto. In sette componimenti in terzine, racconta episodi della sua vita con ironia e autoironia, creando un vero "autoritratto ideale" di se stesso.