La Follia Umana e l'Ironia del Narratore
Qui sta il genio di Ariosto: non racconta solo storie di cavalieri, ma smaschera le false certezze dell'umanità con un sorriso ironico. L'autore si comporta come un demiurgo distaccato che osserva le follie umane dall'alto, commentando con saggia ironia le contraddizioni dei suoi personaggi.
Il tema centrale è la continua ricerca dell'oggetto del desiderio - quello che Calvino chiama il "poema del movimento". I cavalieri corrono sempre dietro a qualcosa: amore, gloria, vendetta, ma non riescono mai a essere davvero soddisfatti.
Canti I-XIII: La storia inizia con Angelica in fuga, inseguita da vari cavalieri innamorati. Nel frattempo Ruggero viene liberato dal castello del mago Atlante, ma finisce prigioniero della seduttrice Alcina. Riesce a fuggire giusto in tempo per salvare Angelica da un mostro marino.
Canti XIV-XXX: Mentre i paladini sono imprigionati negli incantesimi, i saraceni attaccano Parigi. Qui entra in scena l'episodio di Medoro e Angelica: lei si innamora del giovane guerriero ferito e lo sposa, scatenando la gelosia folle di Orlando.
💡 Chiave di lettura: Ariosto non giudica i suoi personaggi - li osserva con l'occhio di Dio che ama tutta la sua creazione, nel bene e nel male.