I maestri dello Stilnovo
Guido Guinizzelli (1240-1276), giurista impegnato politicamente nel partito ghibellino, è considerato il padre dello Stilnovo. La sua canzone "Al cor gentil rempaira sempre amore" espone le idee-guida del movimento con un andamento ragionativo. Nella sua poesia, l'amore è presentato sia come esperienza salvifica e beatificante, sia come dimensione dolorosa.
Guido Cavalcanti (1255-1300), fiorentino di famiglia aristocratica guelfa, ha lasciato circa 50 componimenti dedicati quasi esclusivamente all'amore. A differenza di Guinizzelli, Cavalcanti vede il sentimento amoroso come una passione travolgente che il poeta subisce, portandogli angoscia e paura.
Nelle poesie di Guinizzelli come "Io voglio del ver la mia donna laudare", la donna viene paragonata a elementi naturali e gemme preziose, ma soprattutto viene lodata per la sua capacità di elevare moralmente chiunque la veda. Il linguaggio è dolce e la sintassi semplice.
In "Chi è questa che ven, ch'ogn'om la mira" di Cavalcanti, invece, l'apparizione della donna lascia il poeta senza parole. Emergono due temi principali: l'impossibilità di esprimere a parole la perfezione della donna e l'amore come esperienza sconvolgente destinata alla delusione.
💡 Mentre Guinizzelli vede nell'amore una via di salvezza spirituale, Cavalcanti lo interpreta come un'esperienza tormentosa che può portare all'angoscia. Due visioni diverse dello stesso sentimento!