Chi era Livio Andronico
Immagina di essere un prigioniero di guerra che diventa il fondatore di un'intera tradizione letteraria! Livio Andronico nasce a Taranto nel 284 a.C. e viene catturato come schiavo durante la guerra contro Pirro nel 272 a.C.
Per fortuna il suo padrone, Livio Salinatore, capisce subito che questo greco non è uno schiavo qualunque. Lo libera e gli affida l'educazione dei suoi figli - un lavoro perfetto per chi conosce alla perfezione la cultura greca!
La sua fama cresce così tanto che nel 207 a.C. lo Stato romano gli chiede di scrivere un carme propiziatorio per la dea Giunone durante un momento critico della seconda guerra punica. Quando i Romani vincono la battaglia del Metauro, il Senato lo ringrazia permettendogli di fondare il Collegium scribarum histrionumque - il primo sindacato di scrittori e attori della storia!
💡 Curiosità: Il collegio di Livio si riuniva nel tempio di Minerva sull'Aventino, diventando il primo esempio di tutela sociale per artisti e scrittori.
L'Odusìa: la prima traduzione della storia
Perché Livio sceglie di tradurre l'Odissea e non l'Iliade? Semplice: Ulisse piaceva un sacco ai Romani! Come Enea, anche lui aveva vagato per mare dopo una guerra prima di trovare casa.
L'Odusìa (così la chiama Livio) non è una semplice traduzione parola per parola. È un vero adattamento culturale: sostituisce alcune divinità greche con quelle romane e modifica le espressioni che i Romani non capirebbero.
I valori dell'Odissea sono perfetti per Roma: Ulisse incarna la virtus romana con la sua intelligenza e amor di patria, mentre Penelope rappresenta l'ideale della matrona romana fedele e dedita alla casa. Anche i personaggi minori come Eumeo incarnano la fides, quella lealtà che i Romani consideravano fondamentale nei rapporti umani.