Le Operette Morali
Nel 1824, dopo il soggiorno romano, Leopardi si dedica alle Operette Morali - prose di argomento filosofico con un forte impegno morale e civile. L'obiettivo è "scuotere" la sua "povera patria" e il suo "secolo".
Le Operette hanno breve estensione e un tono più lieve, che fa leva sul ridicolo, sul comico e sull'ironia. Non si tratta di leggerezza fine a se stessa: il ridicolo viene usato per fini seri, per criticare costumi, idee correnti e stereotipi dell'epoca.
Il genere è "serio-comico", già presente nell'antichità. Leopardi si ispira a Luciano di Samosata, scrittore greco autore di dialoghi satirici. La forma scelta è principalmente quella del dialogo con personaggi immaginari, storici o mitologici.
Alcune opere hanno forma narrativa (come favole o racconti filosofici), altre sono prose liriche o raccolte di aforismi. Tutte si concentrano sui temi del pessimismo leopardiano: infelicità, noia, dolore, impossibilità del piacere.
💡 Strategia comunicativa: Leopardi usa ironia e comicità non per sminuire, ma per rendere più efficace la sua critica filosofica e sociale.