L'Impossibilità della Felicità
"Se tu sapessi parlare, ti chiederei: perché ogni animale che riposa è contento e io, invece, sono assalito dalla noia?" - questa domanda racchiude tutto il pensiero leopardiano sulla condizione umana.
Il pastore fantastica: forse se potesse volare, "contando le stelle una a una", sarebbe più felice. Ma subito si corregge: "forse mi sbaglio". Questa è una delle intuizioni più mature di Leopardi.
La verità finale è devastante: "forse per qualunque forma, in qualsiasi condizione, il giorno della nascita è solo causa di dolore e lutto". Non importa essere umani, animali o astri - l'esistenza stessa è problematica.
Il pessimismo cosmico: Leopardi evolve dal pessimismo storico (la colpa è della società) al pessimismo cosmico (la natura stessa è matrigna).
Questa conclusione rende la poesia ancora più universale: non si tratta di cambiare condizione sociale, ma di accettare che l'infelicità è inscritta nell'esistenza stessa.