Lo Stil Novo
Tra Bologna e Firenze nasce l'esperienza poetica più importante del Duecento: lo Stil novo. A Firenze si forma un nuovo ceto intellettuale dalle élites cittadine, con una preparazione culturale profondissima e un aristocratico disprezzo per la borghesia mercantile.
La grande novità è l'idea di nobiltà: non più quella di sangue o di ricchezza, ma la gentilezza d'animo. Gli stilnovisti vogliono formare una vera aristocrazia dell'intelletto e della cultura.
L'iniziatore è Guido Guinizelli di Bologna, poi l'esperienza fiorisce a Firenze con Guido Cavalcanti, Cino da Pistoia, Lapo Gianni e Dante. La definizione "Stil novo" viene coniata proprio da Dante nel Purgatorio.
Questi poeti si dedicano esclusivamente al tema amoroso, ma con una visione completamente nuova. Per loro l'amore può nascere solo in un cuore nobile, e un cuore nobile non può non innamorarsi. L'amore diventa una virtù che educa moralmente l'individuo.
La donna è raffigurata come un angelo, il cui saluto dona salvezza spirituale. Lo stile deve essere "novo" e corrispondere all'ispirazione interiore. Adottano la linea della dolcezza stilistica ma introducono anche la sottigliezza concettuale attraverso il lessico filosofico.
Rivoluzione poetica: Gli stilnovisti creano una poesia per pochi eletti, solo chi ha un cuore gentile può comprendere la loro esperienza amorosa.