De Vulgari Eloquentia e De Monarchia: teoria e politica
Nel De Vulgari Eloquentia Dante cerca di creare un volgare illustre che unisca tutta l'Italia. Lo definisce "illustre" (nobilitato dai poeti), "curiale" (degno delle corti), "aulico" (adatto alle regge) e "cardinale" (punto di riferimento per tutti gli altri volgari). È il primo trattato di linguistica della storia!
Quest'opera, scritta in latino per gli intellettuali, rimane incompiuta perché Dante probabilmente inizia la Commedia. Tuttavia rappresenta una rivoluzione culturale: per la prima volta qualcuno teorizza scientificamente l'uso delle lingue volgari.
Il De Monarchia è l'unica opera politica che Dante completa. Propone la teoria dei due Soli: Imperatore e Papa hanno entrambi autorità divina ma devono occuparsi di ambiti diversi. L'Imperatore garantisce la serenità terrena, il Papa prepara all'aldilà. È un'idea utopica ma rivoluzionaria per l'epoca.
Le epistole politiche mostrano Dante impegnato civilmente: scrive all'imperatore, ai fiorentini, ai politici italiani. Particolarmente famosa è quella all'amico dove rifiuta di tornare a Firenze in cambio di un'umiliazione pubblica.
Ricorda: Dante non è solo un poeta, ma il primo intellettuale moderno che riflette su lingua, politica e società con un approccio scientifico!