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26/9/2022
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L'AMORE IN ARIOSTO Il canto 1 dell'Orlando Furioso all' ottava 56 recita "Quel che l'uom vede, Amor gli fa invisibile, e l'invisibil fa vedere Amore." manifestando la visione del mondo di Ariosto, fatto di illusioni e sorprese che rendono vano ogni disegno umano, in cui l'amore occupa una posizione privilegiata ed è un motore che spinge i personaggi in capo al mondo per cercare anche chi non li ama. Il tema dell'amore, è uno dei filoni narrativi principali di quest'opera letteraria ispirata all'Orlando innamorato" di Matteo Maria boiardo, lasciato interrotto a causa della sua morte. Nell'Orlando innamorato per la prima volta alla figura del paladino di Carlo Magno della "chanson de geste" viene introdotta la dimensione amorosa, da cui anche l'eroe più fermo può essere soggiogato, trasformandolo in un gentiluomo. Nell'Orlando furioso però il tema dell'amore verrà descritto come un sentimento che offusca la mente, come un incendio che divampa nei cuori dei cavalieri e li cattura, ponendo in risalto la dimensione delle debolezze dell'essere umano. Nel poema, l'amore di Orlando per Angelica, la principessa del Catai da lui salvata e difesa in varie occasioni, è un amore ideale e platonico, vissuto in particolare modo dal glorioso paladino convinto che lei lo ricambi. Però nel momento in cui si accorge che questo amore non è così...
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come lo aveva idealizzato, poichè Angelica si innamora di un umile fante chiamato Medoro, inizia la sua trasformazione in una bestia guidata dalla follia. Il locus amoenus che nel canto XIX aveva ospitato l'amore tra Angelica e Medoro, diventa a partire da questo momento il luogo in cui si manifesta la catastrofe: lo spazio viene totalmente distrutto dal protagonista impazzito che si squarcia i vestiti di dosso e sradica tutta la foresta a mani nude. In altre parole, la pazzia di Orlando si manifesta attraverso un confronto con lo spazio che fa da ambientazione alla pazzia stessa. Ciò che viene posto in risalto nell'opera di Ariosto è infatti come venga completamente stravolta la figura del cavaliere cortese dai modi gentili e galanti per fare spazio a un cavaliere folle e violento. Quello che viene quindi rappresentato è un uomo in piena crisi, una crisi è causata dal più nobile sentimento per eccellenza, l'amore. Ariosto inoltre vuole non tanto che il lettore si identifichi col personaggio, ma che riconosca quell'elemento di crisi e di cambiamento che il personaggio stesso incarna. L'amore tra Medoro e Angelica invece è costruito attraverso il meccanismo della ferita a doppio senso. L'immagine di questa duplice ferita è presente, ad esempio, nei versi che descrivono la scena in cui Angelica cura la ferita che Medoro ha riportato in seguito a una battaglia: da un lato abbiamo la ferita fisica di Medoro che si rimargina grazie alle cure di Angelica e dall'altro, abbiamo una ferita che si apre nel cuore di Angelica, ovvero la ferita dell'amore. Accanto alla vicenda di Angelica e Orlando si svolge la storia d'amore fra Bradamante, una valorosa guerriera cristiana, e Ruggiero, principe saraceno, dalla cui unione avrà origine il catasto degli Estensi. Ruggiero, che non sa di essere nato da due genitori cristiani, si convertirà al Cristianesimo per amore di Bradamante e la sposerà dopo aver affrontato numerose difficoltà causate dal mago Atlante, che ha allevato Ruggiero, e cerca inutilmente di tenere lontani i due giovani poichè aveva letto negli astri, che dopo le nozze, il suo protetto sarebbe andato incontro a una morte prematura. L'opera di Ariosto, dunque, propone un'immagine dell'amore profondamente legata alla sofferenza, come una sospensione del reale che provoca un accecamento rispetto alla realtà, derivante dalle esperienze di vita dell'autore, che aveva avuto varie relazioni da cui nacquero anche dei figli. Se Ludovico Ariosto aveva però capito qualcosa di amori e audaci imprese tanto da farne l'oggetto del suo poema, lo doveva anche al fatto che lui, come il protagonista del suo Orlando Furioso, aveva rischiato di diventare pazzo per amore di Alessandra Benucci, una donna fiorentina, moglie di un ricco mercante ferrarese, a cui si era legato in un affetto profondo (il vero amore) che durerà per il resto della loro vita. In conclusione, quell'amor che tutto mosse non è altro che ciò acceca nella vanitá del desiderio umano e che piú si insegue piú fa realizzare quanto sia fragile.