Psicanalisi: La Guarigione Impossibile
L'ultimo capitolo, scritto in forma di diario, ci riporta al presente della terapia. Zeno ha terminato la rievocazione del passato e ora riflette sul rapporto con il Dottor S e sull'efficacia della psicanalisi.
Il rapporto terapeutico si è deteriorato: Zeno subisce la "rieducazione" del dottore, ma quando esce dalla stanza "si scuote come un cane che esce dall'acqua". È un'immagine perfetta del fastidio verso chi ti mette davanti alle tue verità scomode.
Le interpretazioni del Dottor S sono spietate: Zeno avrebbe odiato tutti i padri sostitutivi (come il suocero Malfenti), avrebbe sposato una delle figlie solo per poter odiare il padre, avrebbe tradito la moglie per vendetta. Il dottore si sente "Cristoforo Colombo" delle scoperte psicanalitiche.
Ma Zeno reagisce con ironia: trova ridicolo che qualcuno si chieda perché un uomo voglia andare a letto con belle donne. È la sua forma di resistenza alla terapia, il rifiuto di accettare interpretazioni che riducono tutto a meccanismi inconsci.
La data del diario (maggio 1915) ci colloca alle soglie della Prima guerra mondiale, ma Svevo la tratta in modo del tutto soggettivo, senza enfasi tragica. Anche la Storia diventa materiale per la psiche di Zeno.
💡 Messaggio finale: La psicanalisi non guarisce Zeno, gli dà solo più materiale per le sue autogiustificazioni - la "malattia" dell'uomo moderno è incurabile.