Le alterne vicende di una vita straordinaria
Napoleone ha sperimentato ogni condizione umana: dalla gioia trepidante di un grande progetto all'ansia di chi ambisce al potere. Ha conosciuto la gloria dopo il pericolo, la fuga e la vittoria, la reggia e il triste esilio, cadendo "due volte nella polvere" e risorgendo "due volte sull'altar".
Manzoni descrive come due secoli, "l'un contro l'altro armato", si siano inchinati a lui come attendendo il destino. Napoleone ha avuto un potere tale da sedere come arbitro tra epoche contrastanti, prima di scomparire e concludere i suoi giorni in un esilio ristretto, oggetto di sentimenti contrastanti: immensa invidia, profonda pietà, odio inestinguibile e amore indomabile.
Il poeta paragona l'animo di Napoleone a Sant'Elena a quello di un naufrago circondato dalle onde: sommerso dai ricordi del passato glorioso, tentò di narrare la propria storia, ma spesso "cadde la stanca man". Manzoni lo ritrae mentre, al tramonto, con "le braccia al sen conserte", viene assalito dai ricordi delle battaglie, delle "mobili tende", dei "percossi valli" e del "celere ubbidir" dei suoi soldati.
💡 Le antitesi sono un elemento chiave dell'ode: Napoleone unisce chi lo odia e chi lo ama, conosce sia la gloria che la caduta, rappresentando l'instabilità della condizione umana di fronte al disegno divino.