Publio Ovidio Nasone è uno dei più celebri poeti dell'antica Roma, la cui influenza sulla letteratura occidentale è stata profonda e duratura.
Ovidio nascita e morte si collocano tra il 43 a.C. a Sulmona e il 17 d.C. a Tomi. La sua vita fu caratterizzata da un periodo di grande successo letterario a Roma, seguito da un drammatico esilio ordinato dall'imperatore Augusto. Le sue opere di Ovidio in ordine cronologico includono gli Amores, le Heroides, l'Ars Amatoria, i Fasti, e il suo capolavoro, le Metamorfosi. Quest'ultima opera, in particolare, raccoglie circa 250 miti greco-romani in quindici libri, trasformandoli in un'unica narrazione poetica che esplora il tema della trasformazione.
Il pensiero di Ovidio si distingue per la sua modernità e la sua profonda comprensione della psicologia umana, specialmente nell'ambito dell'amore e delle passioni. Le sue Elegie di Ovidio rivelano una sensibilità unica nel descrivere i sentimenti e le relazioni umane. La Casa di Ovidio Sulmona rimane ancora oggi un importante punto di riferimento culturale nella sua città natale. Le sue frasi più celebri continuano a essere citate e studiate, testimoniando la sua capacità di catturare verità universali sulla natura umana. Il suo esilio a Tomi, che portò alla sua morte, rimane uno dei misteri più intriganti della letteratura latina, con varie teorie sulle possibili cause del suo allontanamento da Roma. La sua opera poetica ha influenzato profondamente la letteratura europea, dall'età medievale fino ai giorni nostri, ispirando generazioni di scrittori e artisti con la sua maestria nel raccontare storie di amore, trasformazione e destino.