L'ode che scosse l'Europa
Quando Manzoni seppe della morte di Napoleone, scrisse in pochi giorni un'ode di 108 versi divisa in 18 strofe. L'opera non piacque agli austriaci che controllavano l'Italia, ma ebbe un successo incredibile all'estero - persino Goethe la tradusse in tedesco!
Il componimento si divide in tre parti principali: il prologo sulla morte versi1−24, la storia delle campagne napoleoniche versi25−84, e infine la conversione religiosa dell'imperatore versi85−108. Questa struttura permette a Manzoni di raccontare tutta la parabola di Napoleone, dalla gloria alla caduta.
L'inizio è memorabile: "Ei fu". Due semplici parole che dicono tutto. Manzoni non nominerà mai direttamente Napoleone, ma tutti capiscono di chi parla. Il mondo intero rimane "attonito" alla notizia, immobile come il corpo senza vita dell'imperatore.
💡 Ricorda: Manzoni aveva sempre taciuto su Napoleone quando era vivo e potente. Solo ora, davanti alla morte, si sente libero di scrivere un canto sincero, "vergin di servo encomio".
Il poeta descrive le campagne militari con la famosa metafora del fulmine: Napoleone colpiva con la rapidità del fulmine dopo il lampo. Ma Manzoni si chiede se quella gloria fosse vera gloria, lasciando la risposta alle future generazioni.